La visita fiscale è uno spauracchio per molti. Tuttavia, la legge ci dice che non è obbligatorio farsi trovare in casa. Ecco quali sono le regole per il 2024.
Un controllo medico domiciliare effettuato dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) per verificare l’effettiva incapacità lavorativa del dipendente durante il periodo di malattia. Tante parole per definire lo spauracchio di molti: la visita fiscale. Ecco come cambiano le regole nel 2024.
Si tratta di uno degli strumenti attraverso i quali lo Stato controlla la correttezza dei comportamenti dei lavoratori. Negli anni, infatti, sui periodi di malattia sono state messe in atto diverse truffe, con alcuni dipendenti, perfettamente sani e validi, che, invece, non si recavano sul posto di lavoro. Percependo, evidentemente, il proprio stipendio.
Uno degli aspetti più importanti della visita fiscale riguarda gli orari di reperibilità. I lavoratori del settore privato devono essere disponibili per i controlli medici dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00 tutti i giorni, compresi i festivi e i weekend. Durante queste fasce orarie, il dipendente è tenuto a rimanere presso il proprio domicilio o altro indirizzo comunicato per consentire l’effettuazione della visita fiscale. Sì, o meglio, no: le carte in tavola sono cambiate.
Visita fiscale, bisogna sempre farsi trovare in casa? Le nuove regole
Il lavoratore in malattia ha l’obbligo di rendersi reperibile durante gli orari stabiliti. In caso di assenza ingiustificata, potrebbe incorrere in sanzioni che vanno dalla decurtazione dell’indennità di malattia fino al licenziamento per giusta causa. In realtà, tutto questo, nel 2024 ha subito delle significative variazioni.
Esistono situazioni particolari in cui il lavoratore può essere esentato dagli obblighi di reperibilità. Tra queste, rientrano le assenze dovute a gravi motivi familiari, ricoveri ospedalieri, terapie salvavita o altre condizioni documentabili che impediscono la presenza presso il domicilio. In tali casi, è necessario fornire adeguata documentazione giustificativa.
I lavoratori privati sono esonerati quando l’assenza è dovuta ad attività relative a malattie connesse a situazioni di invalidità civile, riconosciuta pari o superiore al 67%. Mentre i dipendenti pubblici non sono soggetti a visita fiscale in caso di malattie per cui è riconosciuta la causa di servizio.
Discorso diverso vale per le lavoratrici, tanto del pubblico, quanto del privato. Coloro che sono assenti per gravidanza a rischio possono essere esonerate dalla visita fiscale se il lavoro può compromettere la salute della donna o del nascituro. La decisione sull’esonero spetta al medico dell’INPS, che valuta caso per caso. Per cui, in situazioni di contestazione (con le conseguenze di cui abbiamo parlato prima) il consiglio è sempre quello di affidarvi a professionisti legali per far valere i vostri diritti.