Non è forfora: attenzione alle scaglie presenti nel cuoio capelluto. Vediamo di che cosa si tratta, quando consultare un tricologo e come intervenire.
La forfora è un problema diffuso e, con i dovuti accorgimenti, è possibile tenerla a bada e arrivare ad eliminarla. Ma non si tratta dell’unica problematica legata al cuoio capelluto. In alcuni casi è bene rivolgersi ad un medico e ad uno specialista dermatologo per capire la situazione e trovare la migliore soluzione possibile, intervenendo quanto prima.
La forfora, lo ricordiamo, è una condizione del cuoio capelluto molto comune e colpisce, in vari momenti della vita, circa il 50% della popolazione: trovare delle piccole scagliette bianche sui capelli non è dunque un segnale d’allarme, dato che vi sono molteplici trattamenti. A cominciare dalla scelta dello shampoo più idoneo. Ma attenzione alle altre problematiche più serie, potrebbero addirittura portare alla caduta dei capelli o essere accompagnate da altri sintomi.
Scaglie bianche e problemi al cuoio capelluto: attenzione ai segnali da non sottovalutare
Le scaglie bianche potrebbero avere dimensioni piuttosto importanti rispetto a quelle più comuni delle forfora. Inoltre, la loro presenza potrebbe essere accompagnata da un prurito insistente, da infiammazioni e anche da tracce di sangue. Tutti segnali di condizioni più gravi del cuoio capelluto, che richiedono l’immediato consulto medico per individuare il trattamento più idoneo.
È facile creare ‘terreno fertile’ per questi problemi. Ad esempio, andando a letto con i capelli umidi o utilizzando troppo frequentemente lo shampoo a secco. La forfora, lo sappiamo, a che fare con i cambiamenti ormonali, lo stress, la dieta o il clima e non con la scarsa igiene ed è più spesso associata alla pelle grassa.
Quando sopraggiungono prurito, rossore, gonfiore o dolore e si formano protuberanze che sanguinano o formano croste e se la situazione non migliora in breve tempo, è essenziale vedere un tricologo. Potrebbe trattarsi di dermatite seborroica, condizione infiammatoria o cronica che provoca un’eruzione cutanea squamosa sulle aree oleose del cuoio capelluto e può provocare molto prurito.
Oppure di psoriasi, in caso di scaglie argentate, spesse, ruvide e secche accompagnate da arrossamento. O ancora follicolite, se si formano piccole protuberanze rosse simili ad acne: in questo caso, ci troviamo di fronte ad un’infezione del follicolo pilifero, il poro che circonda la radice dei capelli. Solitamente, si verifica quando esso è danneggiato o bloccato.