L’Aspirina fa bene al cuore? Gli studi che chiariscono i benefici

L’Aspirina è un farmaco che tanti specialisti somministrano ai pazienti con patologie cardiache o che hanno avuto un evento ischemico. Qual è il motivo?

L’Aspirina ha come molecola di base l’acido acetilsalicilico e sembrerebbe avere una funzione protettiva del cuore.

L'aspirina fa bene al cuore?
L’aspirina fa bene al cuore? -Ascoli.cityrumors.it

L’acido acetilsalicilico ha tre funzioni importanti. Una antinfiammatoria capace di ridurre l’infiammazione, una antalgica per ridurre il dolore senza intervenire sulle cause e una anti-aggregante per contrastare l’aggregazione delle piastrine evitando la formazione di emboli e trombi. Proprio quest’ultima funzione permette all’Aspirina di diventare un farmaco anti trombotico da somministrare ai pazienti a rischio. Inoltre la molecola riduce anche la possibilità di infarto nelle persone con stent cardiaco.

Siamo abituati ad assumere l’Aspirina quando c’è uno stato febbrile in corso o si ha una sindrome influenzale e da raffreddamento. Il farmaco si usa anche per trattare i sintomi del mal di testa, del mal di denti, delle nevralgia, dei dolori reumatici e mestruali nonché muscolare. Ma l’Aspirina non serve solo per l’influenza o lenire il dolore. Apporta benefici anche sul cuore.

Come l’Aspirina agisce sul cuore: sono benefici?

Gli studi che hanno cercato di confermare una connessione positiva tra Aspirina e cuore sono numerosi. Tanti ricercatori pensano che assumendo il farmaco, soggetti sani possano ridurre il rischio di insorgenza di ictus e infarti (è la prevenzione secondaria).

Aspirina benefici sul cuore
Quando l’aspirina fa bene al cuore – Ascoli.cityrumors.it

Per l’azione anticoagulante che rende il sangue più fluido, però, l’assunzione deve essere controllata nel pazienti che prendono farmaci anti-coagulanti per altre patologie dato che aumenterebbe il rischio di emorragie in caso di ferite normalmente poco gravi.

Uno studio che ha cercato di stabilire i benefici del farmaco sul cuore è stato chiamato ASPREE ed è durato quattro anni. Ha coinvolto circa 20 mila pazienti australiani e statunitensi over 65. Ad un gruppo è stato somministrato un placebo, all’altro 100 mg di aspirina al giorno. I risultati hanno riportato una stessa mortalità in entrambi in gruppi. Nessun beneficio preventivo, dunque, anzi un aumento di emorragie pericolose. Diverso il caso di pazienti con infarto o ictus pregresso. In questo caso l’Aspirina è un’ottima terapia e l’assunzione della molecola non dovrà assolutamente essere interrotta.

In conclusione, i benefici ci sono assumendo l’Aspirina come prevenzione primaria mentre si annullano in caso di prevenzione secondaria. L’effetto del farmaco, dunque, dipenderà dalla storia clinica del paziente nonché da quella familiare. L’intervento di uno specialista è fondamentale per agire in modo tale da tutelare la propria salute e assumere in caso di necessità il corretto dosaggio della medicina.

Gestione cookie