In molti continuano a non controllare la data di scadenza della pasta, in pochi sanno però che si tratta di un errore tremendo.
Se facessimo una piccola indagine in tutto il Paese per controllare le scorte in dispensa, la pasta non mancherebbe mai e poi mai. Magari a sorpresa non si troverebbe il sale o lo zucchero, ma un pacco di fusilli e spaghetti sono una certezza e questo perché noi italiani abbiamo un rapporto davvero privilegiato con la pasta.
Se negli altri Paesi, infatti, la pasta è una pietanza come un’altra da consumare se si ha il languorino di un buon primo, per noi il pranzo equivale nella maggior parte dei casi anche a un piatto di maccheroni con la salsa; l’importante è che si mangi la pasta almeno una volta al giorno e quando non si può per i motivi più disparati, è come se il nostro cervello andasse in tilt, un cortocircuito per assenza di carboidrati da risolvere il prima possibile.
Tuttavia, a volte capita di esagerare con le scorte per paura di rimanere senza. E così alcuni pacchi emergenziali alla fine scadono, in molti però non lo sanno nemmeno nel senso che non solo non controllano la data di scadenza ma non pensano nemmeno che la pasta possa andare a male. E questo è un grave errore.
La prossima volta che prepari una cacio e pepe controlla la data di scadenza della pasta
Per quanto il consumo della pasta sia regolamentato dal Termine Minimo di Conservazione, è importante prestare sempre attenzione sulla data che troviamo sulla confezione. La dicitura, infatti, recita “Da consumarsi preferibilmente entro il“, il che significa che può essere mangiata senza problemi anche dopo la scadenza.
Trattandosi, infatti, di un prodotto secco, non va in contro a un naturale, nonché pericoloso, deterioramento come nel caso della mozzarella o di altri prodotti freschi. Ma non solo. Se la pasta viene conservata correttamente, come riportato dalla Fondazione Veronesi il suo consumo anche a mesi di distanza sarà sicuro per la salute.
Però c’è un però. Malgrado, infatti, non ci siano problemi in termini di salute, le proprietà organolettiche della pasta potrebbero non essere proprio delle migliori. Giusto per rendere l’idea, c’è il rischio che la consistenza, il sapore e la fragranza siano alterati e questo perché il Termine Minimo di Conservazione è strettamente legato al mantenimento delle caratteristiche ideali di linguine, bucatini, farfalle e di ogni altro tipo di pasta. Ciò non toglie che se si nota qualche strano rigonfiamento nel pacco o ancora alterazioni del colore, è sempre meglio non consumarlo.
Ovviamente un discorso del genere non si può applicare alla pasta fresca, anche se conservata nel migliore dei modi e sigillata come si deve. Trattandosi, infatti, di un prodotto fresco, va rispettata e senza deroghe la data di scadenza riportata sulla confezione per non avere brutte sorprese.