La raucedine è un sintomo a cui tanti pensano come una banalità, in grado di rientrare da sola dopo poche ore. In realtà, in alcuni casi, nasconde qualcosa di più grave.
È capitato a tutti, prima o poi nella vita, di avere a che fare con un abbassamento del tono della voce, quella che comunemente viene indicata come raucedine. Fin da bambini ce la siamo portati dietro troppe volte, eppure i tormenti non finiscono neanche da adulti. Da distinguersi rispetto all’afonia, che invece è la perdita totale della voce, è causata nella maggior parte dei casi da eventi banali, almeno dal punto di vista sanitario.
Si può trattare, per esempio, di un’influenza o di stati infiammatori a livello locale, come mal di gola, faringiti o laringiti. In questi casi ovviamente non bisogna allarmarsi, se il problema persiste il consiglio è rivolgersi al medico di base e decidere come proteggersi, magari esclusivamente con rimedi per la gola o antinfiammatori.
Il professor Giuseppe Spriano, responsabile di Otorinolaringoiatria in Humanitas, ha spiegato ai microfoni del Tg5 che non sempre si tratta di una sciocchezza, anzi che bisogna prestare particolare attenzione ai segnali che ci dà il nostro corpo. Negli stati influenzali e infiammatori, per esempio, “le corde vocali si infiammano, si gonfiano e di conseguenza la voce si abbassa“.
Ma le cause possono essere molte di più: anche se si tratta di condizioni meno comuni, sono da considerare problemi di reflusso gastroesofageo, l’inalazione di sostanze tossiche o irritanti per le vie respiratorie, la tosse cronica o uno strano utilizzo della voce, magari troppo e a intensità eccessivamente elevate.
Raucedine senza infiammazione: quando preoccuparsi e contattare lo specialista
Abbiamo visto, dunque, che l’abbassamento è dovuto per lo più a cause infiammatorie, ma se non dovesse essere così? Se il problema persiste per più di 15 giorni, non accenna a retrocede e non si riescono a identificare stati influenzali alla base, be’, a quel punto è necessario preoccuparsi e contattare il medico, perché potrebbe esserci dietro una patologia più seria.
Spriano ha spiegato che potrebbe trattarsi di “forme benigne come noduli, polipi e verruche“, senza sottovalutare anche “che le disfonie potrebbero segnalarci un preludio del tumore della laringe“. E a chi bisogna rivolgersi eventualmente? L’espero conclude: “Soprattutto per i fumatori, è necessaria una visita dall’otorinolaringoiatra”.