Il ritorno a scuola per i genitori segna l’inizio di un incubo, i tanto temuti pidocchi che, ogni anno, purtroppo continuano a diffondersi.
Sembra quasi una narrativa del passato ma purtroppo è una questione comune con cui ogni famiglia si trova a combattere, in particolar modo durante l’anno scolastico. Ci sono quindi due elementi essenziali da considerare, da un lato come riconoscere la presenza dei pidocchi e dall’altro cosa fare sia per prevenire tale condizione che per trattarla.
Nonostante sia un problema diffuso, si tende a fare molta confusione, complici anche le leggende popolari che nel tempo hanno sovrastato la realtà rendendo quindi il trattamento degli stessi e la relativa prevenzione ancor più difficili. Quindi è giusto partire proprio da questo nodo per fare chiarezza.
Asilo e scuole, torna l’allarme pidocchi: cosa fare
I bambini tornando a scuola entrano in reciproco contatto, scambio di oggetti, abbracci, giochi insieme, insomma è inevitabile che le classi diventino il covo perfetto dove far proliferare germi e batteri e quindi anche i casi di pediculosi.
L’elemento emblematico di questi è certamente il prurito, ormai è risaputo che infatti la manifestazione più ovvia quando ci sono questi ospiti è proprio una necessità impellente di grattarsi il capo. I pidocchi infatti si nutrono del sangue umano ed è proprio questo a generare quella sensazione sulla cute.
I pidocchi sopravvivono per circa 30 giorni, ovviamente però tendono a moltiplicarsi molto facilmente perché depongono molte uova. In prima istanza sembrano simili alla forfora e di conseguenza non è sempre facile capire se si tratta di pidocchi o semplicemente della scelta di uno shampoo sbagliato, anche in questo caso infatti, laddove il cuoio capelluto sia irritato può subentrare prurito fortemente localizzato.
Prima di intervenire con metodi vari ed eventuali è essenziale capire e accertarsi che siano pidocchi. Laddove vi sia una dermatite, andando a utilizzare prodotti specifici, si rischia di danneggiare ulteriormente la situazione. Ciò vuol dire niente panico, procedere con calma e accertarsi. I parassiti in questione nascono dalle uova, quindi tutto il loro ciclo di vita si svolge praticamente tra i capelli.
Non è vero che si sviluppano sui capelli sporchi, è un’infestazione che non ha nulla a che vedere con la scarsa igiene, questa è una credenza popolare. In realtà i capelli sporchi fungono da barriera, difficilmente riescono ad attecchire sul capello sporco, viceversa lo fanno perfettamente su quelli puliti perché l’aderenza è facilitata. Il contagio può avvenire sia in modo diretto, ad esempio per un abbraccio o un contatto, oppure in modo indiretto quindi per esempio per lo scambio di oggetti o toccando le stesse cose.
Per prevenire il problema è possibile sicuramente controllare sempre il bambino così da intervenire tempestivamente, insegnare ai piccoli che è meglio evitare lo scambio di oggetti, acquistare e adottare un pettine a denti stretti, eventualmente se vi fossero casi in classe o a scuola utilizzare uno spray preventivo di tipo naturale e non chimico, preferibilmente. Se il danno è fatto si può provare in prima istanza un lavaggio con acqua calda e aceto, deve essere la porzione 4/1. In alternativa ovviamente impiegare degli shampoo appositi che risolvono il problema in via definitiva.