Se lavori in queste ore del giorno o della notte metti a rischio la tua memoria

Una ricerca scientifica ci dice che questi sono gli orari peggiori per lavorare: rischio danni cerebrali

I ritmi e gli orari di lavoro cui ci “costringe” la vita moderna sono spesso improponibili. E, ancor più spesso, sono anche nocivi per la nostra salute. Per esempio, un recente studio scientifico ha svelato come lavorare in determinati orari del giorno e della notte possa incidere negativamente sulla memoria. 

Lavoro, memoria
Lavorare in questi orari danneggia la memoria – (ascoli.cityrumors.it)

La ricerca scientifica cui facciamo riferimento è stata pubblicata dal Canadian Longitudinal Study on Aging. Gli scienziati parlano di motivazioni multifattoriali, che, sostanzialmente, incidono sul ritmo normale che l’essere umano dovrebbe avere per il proprio benessere psicofisico.

Come ben sappiamo, infatti, la qualità e la quantità del sonno incidono fortemente sulla nostra salute, soprattutto sulla nostra salute mentale. Lo stress, la privazione del sonno e l’alterazione della melatonina agiscono tutti sul cervello. Tuttavia, quasi sempre viene sottovalutata l’importanza del sonno che, come dicevamo, non solo dev’essere adeguato in termini di quantità (almeno 7-8 ore a notte), ma anche per ciò che concerne la qualità, con orari in cui si va a dormire in cui ci si alza, mantenuti costanti.

Lavorare in questi orari danneggia la memoria

Lo studio ci dice che il lavoro a turni può portare a un “invecchiamento attivo” della forza lavoro e compromettere le funzioni cognitive e la memoria. Ci riferiamo a quei lavori in cui in cui i dipendenti scambiano le ore notturne e diurne per garantire una copertura 24 ore su 24.

Lavoro a turni, memoria
Il lavoro a turni deleterio per la memoria foto: Ansa – (ascoli.cityrumors.it)

Lo studio ha rilevato che le persone che lavorano nei turni di notte hanno maggiori probabilità di avere “compromissione della funzione di memoria” rispetto alle persone che lavoravano costantemente durante il giorno.

In particolare, le persone che alternano i turni diurni e notturni hanno maggiori probabilità di avere funzioni esecutive e cognitive compromesse. Tra queste, certamente la capacità di prestare attenzione, di concentrazione, di pianificazione, automonitoraggio e adattamento.

Il problema, dicevamo, è l’interruzione del ritmo circadiano naturale del corpo, che è sostanzialmente l’orologio interno del corpo, attivo 24 ore su 24, che si ripristina ogni giorno in base al ciclo luce/buio del sole. I lavoratori a turni lavorano quando i nostri corpi hanno bisogno di riposo. Mentre le persone che lavorano costantemente di notte possono essere in grado di adattarsi, la rotazione del lavoro a turni può portare a problemi più seri.

Il nostro corpo, quindi, non è più sincronizzato. Alterando questo ciclo, si genera l’interruzione della produzione di melatonina, l’ormone naturale che, come ben sappiamo, è fondamentale per il nostro sonno.

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