Sfratti, ti salvi se rispetti la regola dei 6 mesi: “Tutti gli inquilini devono saperlo”

Quando pensiamo ad uno sfratto, tendiamo ad immaginare che sia inevitabile, ma le cose non stanno così: in quali casi si può contestare?

Lo sfratto, in diritto, è un atto giuridico attraverso il quale, nell’ambito di un rapporto di affitto, il locatore (il proprietario dell’immobile) richiede al locatario (l’inquilino) di rilasciare l’abitazione che occupa.

Cos'è la regola dei 6 mesi
In cosa consiste la regola dei 6 mesi e perché è fondamentale in caso di sfratto? – ascoli.cityrumors.it

In sostanza, lo sfratto è una procedura legale che permette al proprietario di casa di riottenere la disponibilità dell’immobile per poterlo destinare ad un uso diverso da quello in corso. Per esempio, potrebbe volerlo affittare ad un’altra persona, oppure utilizzarlo come soluzione abitativa per sé o per un membro della sua famiglia.

Ovviamente,le cause di uno sfratto possono essere diverse. Nella maggior parte dei casi, avviene per morosità, cioè quando non si paga regolarmente il canone d’affitto e si perde legalmente il diritto di abitare all’interno di una casa. Esiste però anche lo sfratto per finita locazione, tipologia di procedura che può essere contestata dall’affittuario in un caso molto preciso, che è bene conoscere per potersi tutelare.

Sfratto per finita locazione, quando e come si può contestare

Come indica il termine, lo sfratto per finita locazione può avvenire nel momento in cui termina naturalmente il periodo d’affitto previsto dal contratto, oppure quando il proprietario di casa vuole liberare l’abitazione prima. In questo secondo caso si tratta di una decisione unilaterale, quindi non concordata con l’inquilino, dalla quale ci si può difendere.

In che modo contestare lo sfratto per finita locazione
Come si contesta lo sfratto anticipato? – ascoli.cityrumors.it

Lo sfratto per finita locazione viene messo in atto in primo luogo quando al termine di un regolare contratto d’affitto l’inquilino si rifiuta di lasciare la casa. A quel punto, il proprietario può (giustamente) fare ricorso alla legge per tornare in possesso del proprio bene. Nel secondo caso, il proprietario potrebbe voler disdire anticipatamente il contratto a causa di specifiche esigenze personali. È bene specificare però che quest’ultimo non può agire in tal modo durante il primo periodo della durata dell’accordo.

Per esempio, se si tratta di un contratto 4+4, esso non potrà essere revocato nei primi 4 anni. Tuttavia, il proprietario potrebbe rifiutare il rinnovo automatico per tornare in possesso del bene allo scadere del tempo previsto. In questo caso, è tenuto ad inviare una comunicazione ufficiale all’affittuario 6 mesi prima della data in cui vuole riavere la sua casa.

La stessa comunicazione può essere effettuata in un momento qualsiasi del secondo rinnovo. Quindi, facendo riferimento all’esempio di prima, tra il quinto e l’ottavo anno del contratto 4+4. Se la comunicazione ufficiale, cioè la raccomandata o la PEC, non viene inviata con 6 mesi di anticipo, l’inquilino ha diritto di contestare lo sfratto e ottenere un rinnovo automatico o un mantenimento in essere del contratto in corso anche per il secondo periodo previsto dalla scrittura.

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