Avevano insultato un maresciallo dei carabinieri per una foto con Matteo Salvini. La Procura ha deciso di rinviarli a giudizio: cosa è successo.
Una foto con Matteo Salvini ha procurato una rabbia ingiustificata sui social. L’episodio risale al lontano 2020 quando il leader della Lega si era recato a San Benedetto del Tronto per un evento politico. Fra i diversi scatti di quella giornata c’è anche uno con un maresciallo dei carabinieri, ai tempi in servizio presso la caserma di Piceno. Una immagine pubblicata sui social e che portò ad insulti molto duri da parte di alcuni utenti residenti tra Lombardia e Lazio.
L’uomo ha immediatamente presentato denuncia perché si è trattato di commenti offensivi, denigratori, ma anche ritenuti lesivi dell’onore e della reputazione del carabiniere. Le indagini condotte dagli inquirenti hanno portato all’individuazione di questi utenti che ora il 21 novembre si presenteranno in aula per il processo. Il motivo delle polemiche? L’assenza di mascherina in un periodo di pieno Covid. Ma il militare ha immediatamente spiegato che era stata abbassata solamente per fare lo scatto.
L’indagine è molto più ampia e vede il coinvolgimento di una sessantina di persone, ma questa parte di processo riguarda esclusivamente cinque utenti provenienti da Lombardia e Lazio. Alcuni di loro hanno provato anche a patteggiare mettendo sul tavolo un risarcimento non considerato congruo. Per questo motivo toccherà al giudice prendere le decisioni definitive nei loro confronti e rischiano una sanzione pecuniaria pesante oltre che magari qualche condanna.
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Stando alle informazioni a disposizione, il maresciallo dei carabinieri si è costituito parte civile e ha chiesto un risarcimento di 10mila euro per ogni imputato per essere stato profondamente offeso. Senza dimenticare che lo stesso militare ha sottolineato che si trovava sul posto per motivi di servizio e la foto è stata scattata su richiesta di Matteo Salvini.
Per questo motivo nel corso delle prossime settimane i cinque saranno chiamati sul tavolo degli imputati e toccherà al giudice decidere se dare il via libera al risarcimento di 10mila euro a testa e se ci saranno altre decisioni dure (magari anche dal punto di vista penale) nei confronti delle persone che hanno insultato il carabiniere.