Il Comitato Salviamo Madonna del Soccorso fa da tramite ad un sanitario avvilito: “Al Madonna del Soccorso si percepisce aria di smobilitazione totale”

SAN BENEDETTO – Il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso vuole dare voce ad un operatore sanitario avvilito, “ma non certo l’unico, – dice il Presidente Nicola Baiocchi, – dalla gestione “politica” del nostro ospedale. Ora più che mai saremo il tramite per tutti coloro che vorranno parlare apertamente dei tanti problemi che affliggono la sanità della Riviera”.
“Il progetto di chiudere i piccoli ospedali e devolverne poi le funzioni alla sanità privata accreditata fallirà, anzi è già fallito. Invece i danni procurati si possono già toccare con mano in molte strutture ospedaliere marchigiane. Emblema di questo fallimento è quanto è accaduto negli ultimi anni, e sta accadendo ancora, al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, dove si percepisce un’aria di smobilitazione totale, che non ha precedenti nella storia del nosocomio”, afferma il sanitario.
“Mancano i medici al Pronto Soccorso (è intervenuto persino l’Ispettorato del Lavoro). Mancava il Primario dell’Ortopedia e ora che c’è viene limitato nell’operatività, manca il Primario della Chirurgia (c’è solo un facente funzione in smart-working): entrambi, di fatto, accorpati sino a data ancora da destinarsi. Nell’UTIC mancano infermieri e medici per completare l’organico previsto dalle vigenti leggi. Mancano i servizi, mai ripristinati, della Radiologia, uno dei tanti ex-fiori all’occhiello del nostro nosocomio, nonostante siano state effettuate più di centomila prestazioni nel 2018-19. Manca il Primario di pediatria (c’è ad Ascoli ma deve dividersi tra due ospedali) benché sia riconosciuto il valore del nostro reparto che è il più grande punto nascita dell’AV5.
Sono inoltre partiti verso Ascoli Piceno il reparto di ORL, nonostante le continue e contraddittorie smentite che parlano di una futura ma indefinita collocazione al Madonna del Soccorso, e gran parte di quello che era un’altra eccellenza come il Laboratorio analisi (la collocazione della macchina per l’esame dei tamponi durante il Covid la dice lunga). La Ginecologia di San Benedetto esegue più di mille interventi l’anno, eppure il primario era stato mandato a lavorare, alla fine del 2019, tre giorni la settimana ad Ascoli Piceno per risollevare le sorti della Ginecologia e del punta nascita (a rischio chiusura se con meno di 500 parti l’anno) a discapito del nostro reparto. Mancano internisti di Medicina e di Geriatria, Nefrologi e specialisti in genere. Non c’è un Urologo.
Tragica conclusione di questo bollettino di guerra la partenza, oltre un anno e mezzo fa, di un grand’uomo, prima ancora che chirurgo: il dottor Siquini, Primario di Chirurgia. Tale assenza sta riducendo a poliambulatorio il Madonna del Soccorso, nonostante i seimila interventi l’anno che erano effettuati nel blocco operatorio, pur in condizioni di piena emergenza di personale e mezzi a cui il Cagliostro dei nostri tempi lo ha ridotto. Ora, se l’Ortopedico non può fare la protesica, se il Chirurgo (???) è limitato, se di conseguenza si riduce l’attività di sala operatoria, se le eliambulanze portano TUTTI i traumi ad Ancona, dove è stato creato il trauma center, va da sé che viene limitata anche l’attività del servizio di Rianimazione e Anestesia.
Il Presidente della Regione Marche è invitato ad usare il cosiddetto decreto Balduzzi (D.L. 70/15) secondo quanto ivi scritto. La pazienza è finita”.

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