La ricostruzione di qualità nelle aree terremotate è stato il tema di un webinar promosso dai gruppi consiliari del Partito Democratico delle Regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio. Oltre ai capigruppo delle diverse assemblee legislative, vi hanno preso parte Giovanni Legnini, commissario per la ricostruzione, e Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio.
“Se oggi la Ricostruzione è partita – ha detto il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi – lo si deve certamente al cambio di passo impresso dall’arrivo del commissario Giovanni Legnini, che con una serie di ordinanze ha permesso di semplificare la normativa vigente e superare l’impasse venutasi a creare a causa dell’inadeguatezza che ha caratterizzato la gestione commissariale precedente, espressione del governo giallo-verde. Ma se oggi è possibile guardare con ottimismo a questo processo, che dovrà aprire un nuovo capitolo per le popolazioni delle aree interne colpite dal sisma, lo si deve anche al miliardo e 700 milioni di fondi europei inseriti nel Recovery plan, ottenuto grazie al lavoro svolto nell’ambito dell’Unione dall’ex ministro Gualtieri. Quei soldi arriveranno e dovranno assolutamente essere impiegati per una ricostruzione di qualità, capace non solo di ripopolare la montagna, ma anche di valorizzare questi luoghi, sanando le fratture venutesi a creare”.
La ricostruzione di qualità è un problema particolarmente sentito nelle aree marchigiane colpite dal sisma e il gruppo assemblare del Partito Democratico delle Marche se ne sta facendo carico: “Nel 2016 – spiega la consigliere Anna Casini – il terremoto ha devastato tanti piccoli comuni marchigiani. Grazie al commissario Legnini la Ricostruzione ha preso finalmente il via con una particolare attenzione degli edifici sia privati che pubblici, a partire dalle scuole. L’obiettivo è non replicare gli errori della ricostruzione abruzzese, per questo nel Centro Italia ci stiamo impegnando per una ricostruzione di qualità che riconsegni alle popolazioni locali la bellezza dei loro luoghi”.
Sulla questione interviene anche il consigliere regionale Romano Carancini, già sindaco di Macerata, comune del cratere e capoluogo della provincia più colpita dal sisma del 2016: “Per quanto fondamentale, la ricostruzione fisica non può prescindere dal dovere di restituire ai territori feriti dal sisma la loro anima. Dunque, accanto all’elogio e al costante sostegno a chi ha permesso di sbloccare tanti progetti di ricostruzione, è essenziale il recupero filologico della bellezza dei nostri borghi e occorre far rinascere la montagna, partendo dalle generazioni più giovani. È a questi giovani che bisogna restituire le opportunità che il terremoto ha negato in questi anni in termini di lavoro e formazione. Per farlo è necessario rimettere al centro dell’agenda di governo il rilancio sociale ed economico e il ruolo delle Università. Chi governa ha il compito di indirizzare questa rinascita, in cui il lavoro delle persone, il riconoscersi tra persone e territorio e come comunità costituiscano le fondamenta per scrivere una nuova storia. Non può essere ciò che eravamo prima. La montagna ha l’opportunità, oggi come non mai dopo terremoto e pandemia, di ricostruirsi un futuro da protagonista, una rigenerazione della propria identità più forte delle disgrazie, ma anche aperta, accogliente e consapevole di custodire una bellezza ambientale inedita, originale, sognata. Le Marche senza la propria montagna e senza le proprie comunità interne è una terra priva di anima e l’anima dà la forza dell’abitare”.