Grande adesione, ieri, in piazza Duomo a Milano, con migliaia di persone arrivate da ogni parte d’Italia e dall’estero, tra persone guarite dal virus grazie al supporto dei medici del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, cittadini e professionisti. Curare in scienza e coscienza, assistenza, volontariato, vicinanza e ascolto. Cosa non ha funzionato nella medicina territoriale durante l’emergenza Covid-19? Cosa ha fatto di grande il gruppo #terapiadomiciliarecovid19 in ogni regione? Perché i medici che hanno lavorato sul campo non sono stati ascoltati dal Governo, nonostante il voto del Senato ne abbia fatto espressa richiesta? <
“È stata una giornata importante, che ha restituito la giusta dignità al lavoro di questi medici”, ha dichiarato l’avvocato Erich Grimaldi, presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, “abbiamo chiesto più volte un nuovo confronto al Ministro, ma non abbiamo mai ottenuto risposta”. Poi ha aggiunto “è difficile comprendere il motivo di questo silenzio, dato che l’obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di trovare quante più strade possibili per contrastare il virus, che ancora non ci ha abbandonati”. Infine Grimaldi ha concluso: “promuoveremo un referendum popolare per la riforma della sanità territoriale, la vera nota dolente di questa emergenza, e i dati sul nostro lavoro arriveranno, anche se nessuno, e ripeto nessuno, ci ha offerto di aiutarci a raccoglierli e dimostrare nero su bianco l’efficacia dello schema terapeutico del gruppo”. Grimaldi ha poi precisato “la buona volontà e la voglia di fare in questo paese dovrebbero essere sostenuti e premiati, evidentemente non è così ed è molto triste”.
“Ascoltare storie di persone curate quando avevano più paura e si sentivano sole, approfondire il lavoro dei medici, è ciò che da professionista dell’informazione mi ha portato a seguire ed aiutare questo gruppo”, ha spiegato Valentina Rigano, portavoce, “il confronto con le istituzioni era partito molto bene, salvo poi arenarsi per motivi che ad oggi non comprendo, ma che evidentemente hanno a che fare solo con la politica”. E se “in un gruppo di persone così vasto ci saranno certamente idee diverse su tanti punti relativi la pandemia, ma di certo siamo lontani anni luce dalla medicina ‘alternativa’ o dal complottismo”, ha proseguito Rigano, “si tratta di medici e professionisti seri, tra i quali anche Luigi Cavanna, scelto per rappresentare i medici italiani nella candidatura al Nobel, per questa ragione non comprendo alcune reazioni di colleghi della stampa, i quali non hanno neppure mai approfondito una virgola del lavoro svolto dal gruppo”. Rigano ha concluso: “in una situazione del genere bisognerebbe mettere da parte scetticismi e ideologie e lavorare per il fine comune”.
Il presidente Erich Grimaldi