Nel 2020 le Marche hanno esportato in Russia merci per un valore di oltre 274 milioni di euro. In particolare, il comparto calzature esporta verso questa destinazione circa il 90% delle sue produzioni. Sono sufficienti questi due dati per capire quanto la guerra in atto in Ucraina e le conseguenti sanzioni alla Russia abbiano un forte impatto sull’economia marchigiana: la merce ordinata è pronta da spedire ma ferma; altri ordini sono già in produzione ma non potranno essere consegnati e i pagamenti sono bloccati. Per fare fronte a questa nuova emergenza su mercati che già da anni soffrono a causa della pandemia, il presidente della Regione Francesco Acquaroli insieme all’assessore alle Attività produttive Mirco Carloni e al presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini, questa mattina ha incontrato in videoconferenza una delegazione di 50 imprenditori e i rappresentanti di tutte le associazioni di categoria.
“Lo scenario che abbiamo di fronte – ha detto Acquaroli – è drammaticamente preoccupante ed in continua evoluzione. Certamente non è rassicurante per le nostre imprese marchigiane che sui mercati dell’est europeo avevano costruito negli anni rapporti consolidati. Oggi è tutto diverso e su questa nuova configurazione stiamo lavorando: nell’immediato per dare risposte insieme al Governo Nazionale a quelle che sono le emergenze di carattere economico e in prospettiva per andare a conoscere nuovi mercati e cogliere nuove opportunità”.
“Senza dimenticare che il nostro primo pensiero va alle vittime e alla popolazione ucraina che sta subendo questa aggressione – ha proseguito Carloni -, abbiamo parlato dei riflessi di questa guerra sulla nostra economia regionale che purtroppo rischiano di essere drammatici. Alcune nostre imprese hanno una forte propensione per i mercati russi e anche per quello ucraino e in generale per l’area asiatica. Quanto sta accadendo rischia di creare una incertezza molto pesante per molti produttori soprattutto del settore fashion, moda e scarpe. Per questo motivo oggi, insieme al presidente Acquaroli e al presidente della Camera di Commercio Sabatini abbiamo convocato questo tavolo per decidere insieme delle strategie. Abbiamo già in mente alcune idee che percorreremo rapidamente senza perdere tempo cercando di creare, se possibile, un sollievo a queste eventuali perdite di fatturato delle nostre aziende”.
“L’ascolto e il confronto con imprenditori e associazioni di categoria – ha detto Sabatini – ci rende chiaro che due sono le strade da percorrere in contemporanea: aprire nuovi mercati per le nostre esportazioni, perché i rischi per chi si muove sul mono mercato sono sempre più pesanti, e trovare velocemente risorse (non esclusa la cassa integrazione straordinaria) che siano sostegno concreto per gli imprenditori, e penso a quelli del distretto fermano-maceratese della calzatura, della pelletteria e della moda. Il prossimo appuntamento del MICAM ci vedrà fare conto con uno scenario ancora una volta mutato. Nonostante gli sforzi e il successo ottenuto con la possibilità di accesso in Italia riconosciuta ai vaccinati con lo Sputnik, dobbiamo moltiplicare gli sforzi verso altre soluzioni da mettere a punto velocemente con la Regione Marche e il supporto di ICE. A Milano ancora una volta saremo presenti con i più alti vertici istituzionali per trovare risposte puntuali alle richieste che vengono direttamente dal mercato marchigiano, tra i più colpiti economicamente in Italia da questa nuova crisi”.
Nel 2020 le Marche hanno esportato verso la Russia principalmente prodotti del settore Calzaturiero per un valore di oltre 91 milioni di euro che rappresentano una quota del 33,3% sul totale delle esportazioni delle Marche verso questo paese. Queste esportazioni inoltre rappresentano il 27,2 % di quanto esportato dall’Italia in questo settore verso la Russia. Rispetto all’anno precedente le esportazioni del settore calzaturiero marchigiano verso la Russia si erano già contratte del 24,7% a causa della pandemia. Il settore apparecchi elettrici rappresenta il 14,8% del totale dell’export Marche verso la Russia, la meccanica il 13,5%, il mobile il 9,8%.