Il Governo Meloni ha messo in campo diversi bonus per aiutare le famiglie in difficoltà ma, molto spesso, a fruirne sono i ricchi.
Aiuti per i poveri che finiscono nelle mani dei ricchi. È la storia più antica del mondo e, purtroppo, ad oggi i controlli non sono sufficienti a far sì che i bonus arrivino solo nelle tasche di chi ne ha davvero bisogno.
Gli incentivi non sono la soluzione. Il Governo di Giorgia Meloni lo ha sempre ribadito. La via per accorciare il divario tra chi ha molto e chi non ha nulla è creare posti di lavoro, favorire l’occupazione e abbassare le tasse. Tutti aspetti su cui l’Esecutivo sta lavorando e qualche piccolo risultato già si vede. Ad esempio, con l’abbassamento delle aliquote Irpef da 4 a 3, la fascia reddituale compresa tra i 15.000 euro e i 28.000 euro paga 2 punti in percentuale in meno di tasse.
Le pensioni sono aumentate con benefici soprattutto per chi riceve il trattamento minimo dell’Inps. Eppure, eliminare tutti i bonus non è possibile. Nell’attesa di un’ulteriore riduzione delle tasse e di maggiore occupazione, questi sono un valido strumento di aiuto per le fasce più povere della popolazione. Il problema è che, molto spesso, gli incentivi sono stati fruiti anche da nuclei familiari ricchi che non avrebbero avuto bisogno di alcun sussidio.
Bonus ai più ricchi: ecco cosa sta succedendo
È stato rilevato che gran parte dei bonus messi in campo dal Governo di Giorgia Meloni per aiutare i più poveri sono stati utilizzati anche da persone benestanti. In particolare, due sussidi sono finiti nelle mani di molti nuclei familiari che non ne avrebbero avuto alcuna necessità.
Una delle agevolazioni andata troppo spesso nelle tasche di chi non ne aveva bisogno è il bonus carburanti. Questo sussidio è costato allo Stato la bellezza di 9 miliardi di euro. Il problema è che non si rivolgeva solo a nuclei familiari con reddito e Isee bassi. Chiunque, infatti, poteva richiederlo. Il risultato è stato che – secondo i dati – 2/3 dei sussidi sono stati erogati alla parte più ricca della popolazione. Anche perché, molto spesso, chi è indigente non può nemmeno permettersi di avere un’automobile.
Stesso problema si è verificato con il bonus mamme. In base alle stime, quasi la metà dei fondi finirà nelle tasche di donne con un reddito annuo lordo superiore a 35.000 euro: stipendio non da ricchi ma, certamente, nemmeno da poveri. Anche molti bonus edilizi sono stati sfruttati da nuclei familiari che non versavano in condizioni di bisogno.
Diversi incentivi, infatti, possono essere chiesti da chiunque. Mentre per altri è necessario presentare l’Isee, strumento del tutto sconosciuto a tantissime famiglie che vivono in situazioni di disagio economico e non sanno neppure a chi rivolgersi.