Ferretti (CPI): â19 Vittime senza giustizia di un crimine Alleatoâ
Eâ il mattino del 31 Gennaio 1944 quando una squadriglia di spitfire inglesi, provenienti dalla base di Termoli, sorvola i cieli di Ascoli Piceno abbandonandosi a smitragliamenti indiscriminati e immotivati lungo le principali vie di comunicazione urbana.
Non ci sono obiettivi militari o logistici lungo la via Salaria quel giorno, tuttavia gli aerei della RAF inglese decidono di bersagliare un comune autobus civile della linea Fermo-Ascoli (detto âgasogenoâ), nei pressi di Campolungo, in prossimitĂ del bivio per Appignano. Lâautobus sbanda, si ribalta e prende fuoco.
In pochi secondi è una carneficina tra gli occupanti del mezzo. Al termine della giornata si conteranno 19 morti, tutti civili, e un numero imprecisato di feriti. Tra le vittime qualche bambino e diversi studenti diretti ad Ascoli per seguire le lezioni.
âNon câè una lapide, una pianta, un cippo, nulla che ricordi questa brutta vicenda â spiega Giorgio Ferretti, responsabile di CasaPound â ancora oggi quasi nessuno conosce questa storia, nessuno si è mai scusato per questo crimine, e 19 innocenti non hanno mai avuto nè giustizia nè il doveroso ricordo istituzionale. Niente di niente. Viene da pensare che non sia comodo alla narrazione storica macchiare lâimmagine degli âAlleatiâ che âliberaronoâ lâItalia raccontando crimini immondi come questi, di cui pur la nostra storia è costellataâ
âLe vittime della strage di Campolungo non sono âmorti di serie Bâ ed oggi, ancora una volta, ci abbiamo pensato noi a commemorarli con un mazzo di fiori tricolore.
Chiediamo, però, al Sindaco Marco Fioravanti e alla sua giunta di trovare il modo e la forma opportuni per il giusto tributo a questi Italiani innocenti, dimenticati da 70 anni di oblio. Una targa o un cippo a ricordo di questa strage è il minimo che lâamministrazione possa fare. Ci aspettiamo un impegno per il prossimo anno.â
âSuscita rabbia e sdegno anche il fatto che lâAnpi, lâAssociazione dei partigiani, sul proprio sito ufficiale menzioni le vittime nellâ âELENCO CADUTI NELLA GUERRA PARTIGIANA E DI LIBERAZIONEâ, come se questi civili â conclude Ferretti â fossero degli appartenenti alle loro bande. Eâ una chiara falsificazione storica della vicenda che va avanti da oltre 70 anni.â