La presentazione del libro è avvenuta nella centralissima Piazza del Popolo, presso Palazzo dei Capitani nella splendida cornice della Sala dei Savi, organizzata da Francesco Petrelli in collaborazione col già assessore Claudio Sesto Travanti, che si è occupato in maniera ineccepibile, come le suo inconfondibile stile, dell’accoglienza in Città degli illustri ospiti.
A curarla è stato l’avvocato e consigliere comunale Emidio Premici ed i figli del compianto e rimpianto Andreotti, Serena e Stefano che, tra ricordi familiari ed aneddoti della vita pubblica del padre, hanno ripercorso tappe importanti della carriera politica del sette volte Presidente del Consiglio, in anni cruciali per l’Italia. Al tavolo dei conferenzieri ovviamente era seduto il Sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, che ha portato i saluti della Cittadinanza avendo da subito ha accordato la sua presenza ed il suo favore all’organizzazione di questo evento, che ha visto la partecipazione di un nutrito
pubblico tra cui spiccava la presenza dell’assessore Massimiliano Brugni e del giornalista romano, Marco Ravaglioli, consorte della Andreotti.
Con questo libro incentrato sulla stagione del terrorismo degli anni Settanta in Italia, visti dalla penna di uno dei più importanti protagonisti della Prima Repubblica, continua
l’ammirevole opera dei figli Serena e Stefano in ordine alla razionalizzazione e ricostruzione dell’enorme quantità di appunti lasciati dal padre. Un archivio cartaceo, quello di Giulio Andreotti, la gran parte del quale è custodito presso la sede dell’Istituto Don Luigi Sturzo e la restante (i diari) rimane nelle esclusive disponibilità della famiglia. Una massa di “carte” che, messe un foglio sull’altro, supererebbe di 200 metri l’altezza dell’Empire State Building.
L’ultima fatica della famiglia di Andreotti è un testo di oltre settecento pagine, basato sugli appunti di Giulio Andreotti risalenti al tempo in cui fu scritta una delle pagine più
drammatiche della storia repubblicana. Appunti e riflessioni su vicende politiche ma anche su questioni umane e personali.
“È stato l’anno più drammatico della mia vita per la irrimediabile tragedia di Aldo Moro
– scriveva Andreotti il 31 dicembre 1978, come bilancio dell’anno che stava per concludersi – non penso alle conseguenze politiche né alle polemiche che ne sono seguite su una presunta possibilità di scongiurare l’assassinio. Mi sconvolge il pensiero della famiglia al quale Aldo dalla prigione ha dedicato gli accenti più toccanti”. La presentazione ha visto quindi racconti personali alternarsi a riflessioni più profonde.
“Nel libro – hanno sottolineato Serena e Stefano – c’è anche il ricordo di una visita in particolare di nostro padre ad Ascoli nell’imminenza di una promozione in Serie A dell’Ascoli Calcio. Babbo ricordava come l’allora Vescovo della Città fosse particolarmente preso da questa promozione calcistica oltre ovviamente il rimpianto presidentissimo dell’Ascoli, Costantino Rozzi, verso il quale nostro padre ha avuto sempre grande affetto e stima oltre ad una conoscenza fattiva”. Nel rispondere alle tante domande anche dal pubblico, Stefano ha anche tracciato un piacevole ricordo del più grande politico marchigiano ancora vivente,
il quasi centenario Arnaldo Forlani, con il quale è comunque in contatto attraverso il figlio.
Al termine della conferenza c’è stato anche un momento per far apprezzare le bontà enogastronomiche del nostro territorio, in particolare i vini e le birre artigianali delle Tenute del Borgo, dell’imprenditore agricolo Antonio Cocci che ha presenziato all’intero evento.