In un momento così drammatico per le donne, che si sono ritrovate costrette a rimanere chiuse dentro la propria abitazione con compagni e mariti violenti, la pandemia ha messo ancora più in evidenza il vero dramma della nostra società, con casi di femminicidi cruenti e inspiegabili.
Abbiamo chiesto alla scrittrice sambenedettese Fania Pozielli, da sempre attenta e vicina attraverso le sue opere letterarie al tema delle donne, un commento circa questa giornata così simbolica per il riscatto delle donne contro questa violenza inaudita e inarrestabile.
“Nella giornata per la lotta alla violenza di genere voglio dedicare, a tutte noi, il pensiero conclusivo di Beatrice ne “La vendetta delle innocenti”:
“Tutte le volte che una donna si sente in colpa, è perché sin da piccola le hanno insegnato che se viene punita fisicamente, se lo merita. Tutte le volte che recita la parte della “cattiva” innesca così un meccanismo che si ripete generazione dopo generazione: vittima e poi madre di assassino, vittima e poi obiettivo facile di chi è più forte fisicamente, economicamente, socialmente. Fiammetta mi ha urlato il suo no disperato attraverso un canale fatto di DNA, inconscio, senso di giustizia e grandezza dell’essere femminile.”
“Un pensiero va anche all’altra metà del cielo, quella parte di umanità maschile che non approfitta della maggiore forza fisica e peso sociale ma che sceglie di giocare alla pari con noi donne la meravigliosa partita della vita. Non sono pochi! Viva gli uomini grandi davvero.”
Nella giornata per la lotta alla violenza di genere voglio dedicare, a tutte noi, il pensiero conclusivo di Beatrice ne “La vendetta delle innocenti”:
“Tutte le volte che una donna si sente in colpa, è perché sin da piccola le hanno insegnato che se viene punita fisicamente, se lo merita. Tutte le volte che recita la parte della “cattiva” innesca così un meccanismo che si ripete generazione dopo generazione: vittima e poi madre di assassino, vittima e poi obiettivo facile di chi è più forte fisicamente, economicamente, socialmente. Fiammetta mi ha urlato il suo no disperato attraverso un canale fatto di DNA, inconscio, senso di giustizia e grandezza dell’essere femminile.”
“Un pensiero va anche all’altra metà del cielo, quella parte di umanità maschile che non approfitta della maggiore forza fisica e peso sociale ma che sceglie di giocare alla pari con noi donne la meravigliosa partita della vita. Non sono pochi! Viva gli uomini grandi davvero.”
”Un consiglio per tutte: non arrendetevi al silenzio, all’omerta”. Come scrivo nel mio ultimo romanzo:” la catena andava spezzata, il silenzio è l’arma migliore dei carnefici”.