Grazie alle nuove scoperte, viene ulteriormente approfondita la conoscenza del funzionamento del primo computer della storia.
La tecnologia moderna ha il potere di stupire e meravigliare, rivelando costantemente nuove frontiere del sapere umano. Ogni giorno, scienziati e ricercatori esplorano l’ignoto, utilizzando strumenti avanzati e tecniche all’avanguardia per decifrare i misteri dell’universo. Alcune delle scoperte più sorprendenti, però, non provengono necessariamente da nuove invenzioni, ma da antichi artefatti che raccontano storie dimenticate del passato.
In vari angoli del mondo, archeologi e studiosi hanno riportato a galla reperti che gettano nuova luce sulle civiltà antiche, rivelando la straordinaria ingegnosità dei nostri antenati. Uno di questi affascinanti ritrovamenti è avvenuto oltre un secolo fa, nelle profondità del mare vicino all’isola greca di Antikythera: un’operazione di recupero di un relitto sommerso ha scovato quello che viene oggi considerato “il primo computer della storia”.
La scoperta del meccanismo di Antikythera: l’incredibile storia del primo computer
Nel 1901, durante un’operazione di recupero di un relitto sommerso vicino all’isola greca, i ricercatori hanno scoperto un oggetto straordinario, noto oggi come il meccanismo di Antikythera. Questo artefatto, datato al secondo secolo a.C., è considerato il primo “computer” della storia per la complessità tecnica e per le sue funzioni, decisamente sorprendenti se si considera l’epoca in cui fu costruito.
Secondo i più recenti sviluppi, il meccanismo di Antikythera aveva la funzione principale di tracciare e prevedere i movimenti del Sole, della Luna e dei pianeti conosciuti nell’antichità. Era utilizzato per calcolare fasi lunari, eclissi e altri eventi astronomici significativi. I suoi ingranaggi complessi permettevano di visualizzare queste informazioni su un quadrante, facilitando la comprensione del calendario astronomico e agricolo.
Recentemente, un team di ricercatori dell’Università di Glasgow ha fatto una scoperta significativa riguardo al meccanismo di Antikythera. Utilizzando tecniche di modellazione statistica derivate dalla ricerca sulle onde gravitazionali, hanno determinato che l’anello del calendario del meccanismo era perforato con 354 fori, corrispondenti ai giorni dell’anno lunare greco. Ciò ha suggerito che il meccanismo fosse usato per tracciare l’anno lunare, escludendo l’ipotesi che misurasse un anno solare.
A rendere la scoperta ancora più curiosa è il fatto che l’ispirazione per lo studio è arrivata, inaspettatamente, da uno YouTuber, Chris Budiselic, che cercava di creare una replica dell’anello del calendario e indagava sui modi per determinare il numero esatto di fori presenti. Questa collaborazione ha permesso di combinare tecniche moderne con l’ingegno antico, gettando nuova luce su un mistero che ha affascinato gli scienziati per decenni.
La scoperta non sarà forse degna di un film d’azione hollywoodiano, ma rappresenta comunque un passo significativo nella comprensione di un dispositivo straordinario e complesso. Grazie a queste nuove intuizioni, si spera di approfondire ulteriormente la conoscenza di come il meccanismo di Antikythera fosse realizzato e utilizzato dagli antichi Greci, offrendo una finestra preziosa sul passato tecnologico dell’umanità.