La primavera porta una ventata di novità anche sul fronte del lavoro da remoto. Ecco cosa succederà ai tanti dipendenti in smart working.
Fortunatamente, la lunga stagione della reclusione in casa obbligatoria causa Covid è ormai solo un ricordo. Il ritorno alla normalità (al netto di tutti gli altri eventi che stanno facendo tremare il mondo) ha avuto indubbi benefici sulla nostra qualità della vita a 360 gradi, ma rischia di scontentare i lavoratori che si erano abituati alla modalità di lavoro da remoto, o smart working che dir si voglia. Per molti di loro, la musica sta per cambiare.
La data da cerchiare in rosso sul calendario è il prossimo 1° aprile: quel giorno, infatti, si dirà ufficialmente addio alla procedura semplificata per tornare alle regole ordinarie. Questa era stata introdotta in via emergenziale proprio per supportare i lavoratori fragili e quelli con figli di età inferiore ai 14 anni. Ma nell’ultimo decreto Milleproroghe, approvato a febbraio, sono stati bocciati gli emendamenti legati alla proroga di tale agevolazione.
Le nuove procedure per lo smart working dalla A alla Z
Cosa significa nel concreto tale cambiamento per i tanti lavoratori che finora hanno potuto godere dell’agevolazione per il lavoro da casa? In assenza della stipula di accordi individuali sullo smart working a tutela sia dei lavoratori sia dei datori di lavoro, il rischio per chi non rispetta il contratto è di dover pagare una multa fino a 500 euro. Per questo molti diretti interessati si stanno muovendo per correre ai ripari.
In base al contratto (a tempo determinato o indeterminato), nell’eventuale accordo si dovranno inserire indicazioni specifiche per quanto riguarda l’alternanza tra il lavoro da casa e in sede. Non solo: un simile accordo dovrà prevedere anche una serie di regole ben precise sul luogo dove il lavoratore può eseguire le sue mansioni da remoto.
Devono essere definiti gli strumenti che quest’ultimo utilizzerà quando opera da casa, delle modalità di controllo che saranno adottate dal datore per verificare le attività svolte in smart working e della tutela dei dati di tutte le parti in causa. Fermo restando il rispetto del diritto alla disconnessione, per cui il lavoro da remoto dovrà avvenire secondo precise fasce orarie. L’alternativa è il ritorno alla scrivania in azienda…