Il Governo fa marcia indietro e cambia le regole per combattere l’evasione fiscale: cosa era previsto e le reazioni.
Tra i vari provvedimenti che il Governo sta mettendo in atto ce ne sono diversi per combattere l’evasione fiscale, un problema ormai presente da moltissimi anni in Italia e che, ovviamente, incide e non poco sia sulle finanze dello Stato sia sul funzionamento di tutti i servizi.
Pagare le tasse può essere difficile e anche seccante alla fine del mese, ma è indispensabile affinché i vari servizi pubblici, nonché del wellfare e non solo, siano efficienti; se tutti le pagassero puntualmente, probabilmente la cifra da pagare sarebbe più bassa per tutti e la qualità dei cittadini migliore.
Proprio in questa prospettiva, il viceministro dell’Economia Leo aveva presentato tramite decreto ministeriale un particolare strumento di lotta all’evasione, anche se non sono mancate le polemiche; dopo un confronto con la Premier Giorgia Meloni, l’esecutivo ha deciso di fare dietrofront.
Evasione fiscale, dietrofront del Governo sul recente strumento presentato con decreto ministeriale
Nel decreto, come ricorda anche money.it, si parla di un “redditometro” in grado di controllare, tramite undici tipologie di esame per i redditi dei nuclei familiari e cinque aree diverse del Paese; in questo caso, varie spese (dagli acquisti per la casa al tempo libero, passando per scuola e istruzione e così via) sarebbero incluse nell’esame per stabilire se il reddito è coerente con quanto speso.
In aggiunta, sarebbero stati presi in esame anche risparmi accumulati e le spese sostenute così come risultano dall’Anagrafe tributaria. Un sistema che ha fatto subito discutere, tanto che dopo un confronto con il viceministro Leo la Premier Giorgia Meloni ha deciso, almeno per il momento (come si legge su Il Sole 24 Ore) di “sospendere in attesa di ulteriori approfondimenti”.
Il decreto del “redditometro” non ha accolto il favore nemmeno degli alleati al governo, con i due vicepremier Salvini e Tajani (come si legge su Il Corriere) che si sono detti piuttosto soddisfatti del passo indietro fatto nei confronti di uno strumento di controllo ritenuto, oltre che superato, anche non efficiente per controllare l’evasione fiscale. Dopo la sua decisione, la Premier ha comunque ribadito la volontà del suo esecutivo di puntare ai grandi evasori”, definiti come “nullatenenti che girano col Suv e vanno in vacanza con lo yacht” (come si legge su Ansa) e che non si ha nessuna intenzione di andare a fare i conti in tasca ai cittadini onesti.