Arrivano ancora cambiamenti per i bonus edilizi e in particolare il Superbonus, con una novità che intaccherà la vita di tutti i cittadini.
Il Senato ha approvato una nuova legge con cui viene convertito il Decreto Superbonus del 2024, Salva Conti, con tutte le sue conseguenze. Le novità sono veramente tante e riguardano un po’ la vita di tutti, in particolare in relazione alle necessità dei prossimi anni.
La situazione si fa più complessa, non solo per quanti hanno bisogno di ristrutturare casa o apportare dei cambiamenti, ma anche per chi invece non vuole farli e dovrà rispondere a ciò che è previsto dal Decreto Green a livello europeo, dunque di conseguenza sarà costretto. Il principale problema, ad ogni modo, resta il quadro economico, ossia la spesa da dover fronteggiare in questi termini.
Superbonus e bonus edilizi, le novità che complicano tutto: a quale opzione bisognerà dire addio
Una delle principali criticità a riguardo è quella che concerne la cessione del credito. Con la sua introduzione, infatti, i contribuenti che hanno utilizzato delle agevolazioni e che le hanno inserite come detrazione direttamente nel 730 non potranno più accedere alle rate residue non fruite. Ovvero, da questo momento in poi, non ci sarà più scelta – per le agevolazioni che restano – sulle modalità in cui usarle, ad esempio convertendole e cedendole a terzi. L’unica possibilità sarà andarle a scalare dall’IRPEF.
Anche se non viene, in tal modo, escluso il recupero di esse, c’è da dire che i “pro” si accompagnano ad alcuni “contro”. Il problema sorge perché bisogna anticipare il credito e, comunque, suddividere la quota spettante in 10 rate. Ciò vuol dire di fatto che l’esito finale sarà molto esiguo e verrà rimborsato solo nel caso in cui, dal conteggio IRPEF, si risulti a credito.
Senza contare che, con una sola rata annuale, il procedimento è particolarmente lungo. Il Superbonus infatti viene equiparato in tutto e per tutto agli altri incentivi, di conseguenza la misura precede la possibilità di richiedere quanto spettante andando a suddividere la cifra in 10 anni, ossia una rata annuale. Bonus e Superbonus hanno percentuali differenti, dunque in alcuni casi si parla di centinaia di euro, non di più.
Altra questione è la compensazione dei crediti. Il fatto che venga meno tale opzione è un disastro. Prima si potevano utilizzare con banche, sotto forma di premi assicurativi, come benefici assistenziali; mentre ora l’unico sistema è inserirli nel 730, rispettando quelle che sono le tempistiche previste per il rimborso. Per banche ed enti che hanno acquistato i crediti, invece, ci sarà la possibilità di andarli a spalmare, a partire dal 2025, per un massimo di 6 anni.
Infine, abbiamo il divieto di cessione delle rate residue, che è sicuramente la decisione più discussa. Sarà valido per tutti i contribuenti e vincola i cittadini, come unico mezzo possibile per il rimborso ad ottenere la cifra sull’IRPEF. Il risultato ultimo dipenderà sempre da quanto paga il cittadino relativamente all’imposta, chi è il sostituto che si occupa del rimborso e qual è la procedura effettiva da adottare. Senza possibilità di anticipo o di credito, però, c’è poco da fare e tantissimi saranno tagliati fuori dalla possibilità di utilizzare questi benefici.