Buffon lascia il calcio giocato, per lui futuro in Nazionale?

“Superman” ha deciso di appendere i guanti al chiodo risolvendo il suo contratto con il Parma e dicendo addio al calcio giocato dopo quasi 30 anni di carriera.

Buffon saluta il calcio, per lui futuro in Nazionale?
Buffon dice addio, lo aspetta la Nazionale? (Foto Ansa – Ascoli Cityrumors)

Gianluigi Buffon dice addio al calcio giocato. Il portiere del Parma, campione del mondo con l’Italia nel 2006, ha deciso di ritirarsi lasciando i campi per godersi un po’ di riposo e poi tornare nel mondo del pallone con un nuovo ruolo.

Dopo una lunga riflessione, infatti, “Superman” ha deciso di fermarsi. Quarantacinque anni, di cui quasi 30 passati sui campi più importanti di Serie A e del mondo, Buffon si leva i guanti per iniziare una nuova avventura, probabilmente sempre nel calcio visto che per lui potrebbero aprirsi le porte della Nazionale con un ruolo da capodelegazione, lo stesso che aveva ricoperto Gianluca Vialli all’ultimo Europeo vinto in finale a Wembley contro l’Inghilterra.

La carriera di Buffon

Una carriera da leggenda quella di Gianluigi Buffon, iniziata il 19 novembre 1995 in un Parma-Milan 0-0 in cui fermò una squadra da leggenda cominciando a scrivere la prima pagina di una storia che lo ha portato ad essere definito dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori come il miglior portiere del mondo.

Buffon saluta, "Superman" lascia il calcio giocato
Buffon smette, ecco la sua carriera da leggenda (Foto Ansa – Ascoli Cityrumors)

Dopo il Parma, ecco la grande occasione: alla sua porta bussa la Juventus, impossibile dire di no alla Vecchia Signora con la quale vincerà – dal 2001 al 2021, salvo l’intermezzo al Paris Saint Germain nel 2018-2019 –  ben dieci scudetti, 7 Supercoppe di Lega, 5 Coppe Italia a cui va aggiunto un campionato di Serie B vinto post Calciopoli che testimonia la voglia di Buffon di non mollare mai e l’attaccamento alla maglia bianconera, mai tradita nemmeno in uno dei suoi momenti più bui.

E poi, ovviamente, impossibile non menzionare il Mondiale 2006, che rappresenta l’apice della sua carriera, vinto in una notte di Berlino in cui fu protagonista assoluto; la sua parata sul colpo di testa di Zidane, a togliere la palla da sotto la traversa evitando un gol certo, rimane una delle istantanee più forti dell’intero mondiale, al pari della corsa di Grosso dopo il gol.

A chiudere il cerchio, infine, nella maniera più romantica possibile, ecco il ritorno al Parma in Serie B, con una missione, ossia riportare la sua prima squadra nel massimo campionato italiano; non ci è riuscito, così come non è riuscito a vincere la Champions League, solo sfiorata ma mai agguantata a piene mani. Poco male perché la sua carriera, nonostante questo, lo ha già consegnato alla leggenda.

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