L’intervista in cui Totti parla di Cassano rimarrà negli annali. Il capitano svela il vero volto del talento barese.
Due calciatori che sul campo erano spettacolari da vedere insieme, giacché come riuscivano a fraseggiare loro col pallone fra i piedi, in pochi poi ci sono riusciti. Quella fra Totti e Cassano è stata una sinfonia di giocate indimenticabili, capace di scrivere pagine tecnico-tattiche da far vedere ai posteri, ma fuori dai 90 minuti tutto era diverso. Eppure, inizialmente il capitano della Roma aveva anche dato alloggio al giovanissimo talento barese, dimostrando quanto i due potessero financo instaurare un rapporto molto profondo.
Qualcosa, però, è andato storto. Anche perché i due caratteri che avevano, e hanno tutt’ora, erano destinati a scontrarsi. Fra loro vi furono varie litigate: “Non ci ho parlato per 5/6 mesi” ha detto Totti, e ciò non poté far altro che compromettere quella bella storia d’amore calcistico che era iniziata nel migliore dei modi. Come ben tutti sappiamo, il modo di fare di Cassano ha sempre fatto discutere (vedi le “Cassanate”), sia quando era in carriera che fuori dai campi di gioco.
Totti, invece, con la sua professionalità, con il rispetto per il prossimo e con il massimo attaccamento alla maglia della Roma è riuscito ad ammaliare chiunque. Oggi continua ad essere un professionista molto ricercato nel mondo del calcio.
Infatti, è un procuratore stimato (gestisce Retegui e Volpato fra i tanti) e ha dato vita a due società calcistiche, la Totti Soccer School e la Totti Sporting club. Tramite questi progetti, è in grado di dare nozioni ai giovani che si approcciano allo sport e di dimostrare, giocando ancora, che quelle sue doti naturali anche a 47 anni non svaniscono mai.
Totti, le parole su Cassano sono rimaste negli annali
Il gioco del calcio è fatto di rispetto reciproco con i compagni di squadra e verso l’avversario, in caso contrario tutto è destinato a rompersi. Cassano è sempre stato un talento puro, con doti tecniche invidiabili e che lo hanno portato anche a varcare le soglie del club più strepitoso della storia, quello del Real Madrid, dei Galácticos di Ronaldo, Raul, Van Nistelrooy, Julio Baptista e Robinho, ma sappiamo com’è andata a finire.
La differenza con Totti si nota già nella sua scelta di accettare l’offerta di Florentino Perez, cosa che il capitano della Roma in precedenza rifiutò categoricamente. L’assenza di un punto di riferimento e di un affetto enorme verso i tifosi, com’è stata la squadra giallorossa per il capitano, ha lasciato pensare sin da subito che avrebbe potuto e voluto fare come voleva, e infatti lo fece.
“Cambiava il suo modo di essere da un momento all’altro”, ha affermato Totti in un’intervista rilasciata alla testata spagnola Revista Libero. “Lui era giovane e si rapportava con alcuni compagni di squadra di trent’anni prendendoli in giro, anzi lui li uccideva“, ha poi detto. Infine, ha proseguito delineando un atteggiamento poco professionale di Cassano in squadra: “A giocatori come Zebina, Tommasi e Delvecchio diceva ‘Tu sei un pippone'”.
Da come ha spiegato Totti, queste prese per i fondelli non venivano fatte a lui e a calciatori del calibro di Samuel e Batistuta. Inoltre, ha ricordato di quando Cassano e Capello si rincorrevano sul campo per le litigate fra di loro, tuttavia l’allenatore era innamorato della sua tecnica.