In che modo la nostra costituzione influisce sul nostro temperamento? Ce lo dice la classificazione del somatotipo, anche se…
Tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40 del secolo scorso lo psicologo e medico statunitense William Herbert Sheldon si domandò se fosse possibile classificare gli essere umani in base al rapporto tra il loro fisico corporeo ed il loro comportamento attitudinale. In altre parole: se ho un certo tipo di costituzione, sono destinato ad avere un certo tipo di temperamento?
E così identificò il somatotipo, ovvero una classificazione definita biotipologica che lo condusse a teorizzare la psicologia costituzionale. Attraverso di essa, Sheldon classificò il corpo umano e dunque i corrispettivi temperamenti dell’individuo in base a tre elementi somatici fondamentali: ovvero l’apparato digestivo e respiratorio (detto endoderma); cuore, vasi sanguigni e muscolo scheletrico (ovvero il mesoderma); ed infine la pelle ed il sistema nervoso (l’ectoderma).
Tanto la psicologia e la criminologia quanto lo sport ed il fitness hanno successivamente valorizzato ed studiato questi aspetti per cercare di prevedere ed individuare le caratteristiche e le potenzialità sia fisiche sia psichiche degli individui. Tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento, inoltre, altri studiosi come Richard Parnell, Barbara Heath e Lindsay Carter approfondirono e svilupparono ulteriormente le teorie di Sheldon. Ma il somatotipo può davvero consentirci di prevedere il nostro temperamento in base al nostro corpo?
Il calcolo del somatotipo e la definizione del temperamento corrispondente
Per calcolare il somatotipo, Sheldon attribuì un punteggio variabile da 1 a 7 alle parti anatomiche ed organiche appartenenti a ciascun elemento somatico fondamentale. Dopodiché attribuì ad esse specifici tratti psichici e comportamentali corrispondenti. Ad esempio, in prevalenza di endomorfismo, ovvero di elevate capacità e di una condizione assai salutare dell’apparato digestivo e respiratorio, secondo Sheldon l’individuo risultava più estroso, tollerante, socievole ed espansivo.
In prevalenza di mesomorfismo, invece, il temperamento dell’individuo risultava caratterizzato da coraggio, sicurezza, bramosia di potere e tendenza all’esposizione verso il rischio ed il pericolo. Infine in prevalenza di ectomorfismo, l’individuo mostrava tratti di introversione, riflessività, ansia ed interesse per l’arte.
Oggi questo tipo di classificazione, tuttavia, in ambito psicologico e criminologico risulta pressoché in disuso (valutazioni e studi affini erano stati svolti decenni prima anche dall’antropologo e criminologo Cesare Lombroso). In ambito sportivo, invece, la classificazione trova ancora ampia applicazione in particolare nel campo dell’allenamento, per capire i tipi di risultati che si possono aspettare da un individuo in base alle sue caratteristiche fisiche e corporee.