Cambia la legge riguardo il divorzio: adesso bisognerà considerare anche il periodo di convivenza prematrimoniale.
Quello delle separazioni e dei divorzi è un problema che sta affliggendo molte ex coppie d’Italia. I drammi subentrano nel momento in cui sono presenti figli minorenni, che hanno alcuni diritti imprescindibili dopo che i loro genitori hanno deciso di proseguire per due strade diverse.
A seguito di un recente caso particolare, la Cassazione ha deciso che, ai fini dell’assegno di mantenimento, si valuterà anche il periodo della convivenza avvenuta prima del matrimonio effettivo. Tutto è partito da una causa tenutasi a Bologna, in cui il protagonista è l’assegno divorzile, ovvero il mantenimento che l’uomo in questione dovrebbe dare a suo figlio.
La sentenza della Corte d’Appello risale al 2020, ma solo nei giorni passati la Cassazione ha deciso di far valere le ragioni dell’ex moglie, che chiedeva di considerare anche tutto il periodo prima del loro matrimonio, fatto di sacrifici e rinunce da parte del coniuge più debole economicamente.
L’avvocato Gian Ettore Gassani sostiene che questa sia una vera e propria rivoluzione del diritto di famiglia. Ovviamente è necessario constatare che ci sia stata una convivenza prima del matrimonio, pari a quella di due persone sposate, in cui si sono condivisi progetti e scelte.
Cosa ha decretato la Cassazione
Secondo l’avv. Gassani, è necessario che ci sia un contributo economico per tutte le coppie che hanno convissuto per almeno 10 anni, ma oggi questo non esiste ancora, ed è inaccettabile. “Nei divorzi, i soldi scatenano una guerra senza quartiere. Alla fine la causa è soprattutto economica“, ha specificato l’avvocato Gassani.
La Cassazione perciò ha valutato il caso e ha tirato le somme sulla situazione in particolare, uguale a tanti altri casi in tutta Italia. I giudici hanno stabilito: “Ai fini dell’attribuzione e della quantificazione (…) dell’assegno divorzile, avente natura oltre che assistenziale, anche perequativo-compensativa, nei casi peculiari in cui il matrimonio si ricolleghi a una convivenza prematrimoniale della coppia avente i connotati di stabilità e continuità, in ragione di un progetto di vita comune (…) va computato anche il periodo della convivenza prematrimoniale (…)“.
Verrà constatato che sia esistita davvero una convivenza prima delle nozze, e che questa si sia basata su scelte condivise da entrambi i componenti della coppia. Sarà inoltre valutato che effettivamente il coniuge più debole economicamente si sia sacrificato per la coppia (per esempio, occupandosi della prole), e che non sia riuscito a garantirsi un impiego ed un mantenimento adeguato in seguito al divorzio.