Il caso Claps è una delle pagine più tristi della storia italiana. Una vicenda le cui indagini, sono ancora segnate da bugie ed omissioni.
Di recente la televisione di Stato ha deciso di portare sul piccolo schermo un episodio di cronaca nera fra i più tristi. “Il caso Claps”, avvenuto nel 1993 e risolto solo in parte circa vent’anni dopo, è diventato una serie televisiva in tre puntate con la regia di Marco Pontecorvo. Un progetto per ricordare la giovane vittima e renderle un po’ di quella giustizia che per anni le è stata negata.
In un Paese che dimentica troppo in fretta, “Per Elisa” è importante per l’intera comunità ed anche per le nuove generazioni che all’epoca dei fatti non erano ancora nate. Il caso Claps rappresenta le varie forme del male: dalla brutalità dell’assassino, all’omertà di coloro che hanno preferito girare la faccia dall’altra parte. Anni di indagini insabbiate, di omissioni e bugie da parte di coloro che avrebbero dovuto far luce sull’avvenimento.
A Potenza, in una cittadina tranquilla, fra montagne e cento scale, la mente malata di Danilo Restivo ha spaventato innumerevoli giovani donne, tagliando loro ciocche di capelli. Un’ossessione al quale il giovane studente non poteva rinunciare. Tutti avevano paura di lui e del suo aspetto poco rassicurante. Tuttavia la giovane Elisa, una ragazza di sedici anni buona e pura d’animo, non è riuscita a tenerlo lontano. Elisa provava tenerezza per Danilo e per questo motivo finì per accettare un incontro con il giovane, non sapendo che quest’ultimo potesse diventare il suo carnefice.
Il caso Claps: anni di insabbiamenti e indagini fasulle
Potenza 12 settembre 1993 Elisa Claps, sedicenne di buona famiglia, esce di casa per recarsi ad appuntamento con Danilo Restivo. I due si incontrano nei pressi della Chiesa della Santissima Trinità, entrando insieme nel luogo di culto. La ragazza, però, non ne uscirà mai più. I suoi familiari, non vedendola tornare, iniziano a cercarla ovunque. Suo fratello Gildo, sapendo che avrebbe dovuto incontrare Restivo, si reca da quest’ultimo per chiedergli spiegazioni. La famiglia Restivo, tuttavia, si chiude dietro silenzi ed omissioni, cercando di tutelare il figlio. Da una parte c’è il dolore dei Claps, desiderosi di capire dove fosse Elisa; dall’altra ci sono i Restivo, pronti a tutto per allontanare i sospetti da Danilo.
Iniziano le indagini ma gli inquirenti non sembrano determinati a varcare la pista dell’omicidio, ritenendo che la giovane fosse scappata di sua volontà. Tuttavia ci sono degli indizi che conducono a Restivo, come ad esempio la ferita ad una mano, riconducibile ad un taglio da arma bianca. Inoltre lo studente potentino ha un profilo tutt’altro che rassicurante, in molte ragazze raccontano di essere state infastidite da lui. Nello specifico alcune vicine di casa raccontano di aver rivenuto telefonate anonime o messaggi intimidatori.
Il ritrovamento del corpo e l’arresto di Restivo
Restivo viene accusato per la scomparsa di Elisa, e le indagine affidate alla pm Felicia Genovese. Quest’ultima, però, non andrà a fondo alla vicenda, e senza il corpo della ragazza le accuse contro il presunto carnefice cadono. Per anni Danilo ha continuato a svolgere la sua vita, mentre la famiglia Claps ha brancolato nel buio, alla disperata ricerca della ragazzina.
La negligenza della giustizia italiana ha fatto si che l’omicida reiterasse il delitto. Trasferitosi nel Regno Unito, ha, difatti, ucciso nel 2002 una sua vicina di casa, Haeter Barnett, una sarta di 48 anni, madre di due ragazzini. Ci sono voluti altri nove anni per arrestare il mostro, poiché senza il corpo di Elisa, la polizia inglese no aveva elementi per accusarlo.
Il corpo della giovane potentina è stato rinvenuto nel 2010, per caso, da un gruppo di operai nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità a Potenza. Come è possibile che un cadavere sia stato lì per così tanto tempo? Restivo è stato arrestato per entrambi gli omicidi e condannato in totale a 70 anni di reclusione.
Caso Claps: le menzogne e i depistaggi della Chiesa
Il caso Claps non è solo un efferato delitto compiuto da un giovane stalker, ma anche un evento in cui la Chiesa ha avuto non poche responsabilità. Le indagini sull’omicidio e sull’occultamento di cadavere sono ancora in corso dopo un trentennio dall’accaduto. Restivo, infatti, ha colpito mortalmente la vittima, massacrandola con tredici colpi di arma bianca. Resta da comprendere, tuttavia, come si stato possibile che nessuno avesse notato il corpo della ragazza nel sottotetto della chiesa.
Il parroco don Mimi Sabia, deceduto nel 2008, ha avuto sicuramente un ruolo determinante nella vicenda. Lui stesso, infatti, negò l’accesso ad una parte della parrocchia alla famiglia Claps. Più volte Filomena, la madre di Elisa, ha chiesto di visionare l’intera chiesa per scoprire qualche dettaglio utile alle indagini. Don Mimi ha sempre negato la possibilità di perquisire il luogo. Difficile stabilire quale possa essere stato il ruolo del sacerdote nell’omicidio Claps, tuttavia l’impressione è che l’uomo non abbia certo favorito il trionfo della giustizia e dalla verità.
Analizzando gli eventi del caso Claps è visibile quanto la Procura e la Chiesa abbiano fatto di tutto per insabbiare e depistare le indagini. Due organi, due istutuzioni che, seppur in modo e per ragioni differenti, dovrebbero garantire la tutela delle persone, e desiderare che la verità venga a galla. Una verità emersa solo anni ed anni dopo, con un corpo ritrovato per caso, con un omicida che ha ucciso di nuovo e due famiglie distrutte del dolore.
La difesa della Curia
Per Elisa, serie magistralmente diretta da Marco Pontecorvo, ha acceso gli animi di tante persone che sono scene in piazza per testimoniare il loro diniego per la riapertura della Chiesa della Santissima Trinità. Il vescovo di Potenza difende i suoi interessi, affermando la sua estraneità alle vicende dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere di Elisa. Gildo Claps, tuttavia, non si ferma dinanzi ad alcuna dichiarazione, consapevole che la Curia ha sempre nascosto la verità, tutelando la posizione di Don Mimi Sabia. Gildo si dimostra disposto ad interagire con il Vaticano ed il Santo Padre, ma non desidera dialogare con l’alto prelato potentino. L’occultamento del cadavere di Elisa è un caso ancora tutt’altro che risolto.