Femminicidio di Emanuela Massicci a Castignano, disposta la perizia psichiatrica per il marito Massimo Malavolta, accusato di aver ucciso la moglie a percosse.
Proseguono le indagini sul brutale femminicidio di Emanuela Massicci, la donna di Ripaberarda di Castignano morta di agonia nella sua abitazione nella notte tra il 18 e il 19 dicembre scorsi, a seguito delle violente percosse subite dal marito, Massimo Malavolta.
All’alba del 19 dicembre fu Malavolta a chiamare i suoi genitori per avvisarli che la moglie Emanuela stava male e non respirava più. I genitori allarmati chiamarono il 118. Quando i soccorritori arrivarono alla casa della coppia, Malavolta si era chiuso in camera con la moglie.
Erano stati i figli di 11 e 12 anni della coppia ad aprire la porta ai soccorritori, che a quel punto allertarono i carabinieri. Giunti sul posto, i militari riuscirono ad entrare nella camera dove Emanuela Massicci giaceva sul letto già morta. Mentre il marito si era procurato delle ferite, non letali, ai polsi con un coltello.
Femminicidio di Castignano, disposta la perizia psichiatrica su Malavolta
In un primo momento, sembrava che Emanuela Massicci fosse stata uccisa a coltellate, invece le indagini hanno accertato che la donna era morta di una lenta agonia a seguito delle violente percosse subite dal marito. Dalle indagini, poi, sono emersi anche i precedenti di Massimo Malavolta, già condannato per maltrattamenti nei confronti di una donna con disabilità. Inoltre, nel settembre del 2023, l’uomo era stato sottoposto alla procedura dell’accertamento sanitario obbligatorio (ASO) a causa di un grave episodio di aggressività da lui commesso nei confronti di alcuni colleghi di lavoro, in un’azienda di Ascoli. A seguito di questo episodio, Malavolta aveva accettato il ricovero di una settimana nel reparto di salute mentale dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto. Dopo il ricovero, i medici gli avevano prescritto dei farmaci antipsicotici e nell’ottobre del 2023 era stato preso in carico dal Centro di Salute Mentale di Ascoli Piceno, dove era stato accompagnato dalla moglie.
All’epoca, Emanuela Massicci non aveva denunciato i maltrattamenti in famiglia, i cui segni, tuttavia, erano stati scoperti dagli abitanti di Castignano. Nessuno, però, a quanto pare si era preoccupato di accertare se gli episodi di aggressività commessi sul luogo di lavoro si fossero manifestati anche in famiglia.
Ora, a seguito di questi precedenti e come è prassi in questi casi, è stata disposta la perizia psichiatrica su Massimo Malavolta. La gip del Tribunale di Ascoli, Angela Miccoli, ha avviato la procedura, fissando al 10 febbraio prossimo il primo incontro in carcere con gli psichiatri per Malavolta, che nel frattempo è stato recluso nel penitenziario di Marino del Tronto, dopo essere stato dimesso dall’ospedale per le ferite che si era procurato con il coltello.
Sono stati incaricati della perizia i medici Pietro Alessandrini e Alberto Testa, affiancati dalla psicologa giuridica Sara Pezzuolo. La Procura ha nominato Adriano Tagliabracci, mentre la difesa di Malavolta ha scelto il medico Claudio Cacaci e la psichiatra Emilia Alfonsi.
La perizia psichiatrica dovrà concludersi entro 90 giorni e stabilire se Massimo Malavolta fosse in grado di intendere e di volere quando percosse la moglie fino a ucciderla e anche se rappresenti un pericolo per la società.
La difesa dell’uomo ha richiesto anche gli esami tossicologici, per dimostrare che le droghe da lui assunte ne alteravano la lucidità.