Una scritta contro la nuova infrastruttura comparsa nella notte sulla banchina ha riacceso le polemiche che da mesi accompagnano la decisione presa dall’Autorità Portuale di Ancona
Torna a infuocarsi la polemica sul nuovo manufatto che, nel porto di San Benedetto del Tronto, sarebbe destinato a contenere i materiali del dragaggio riemersi dalle acque antistanti. Uno striscione molto eloquente, appeso davanti ai pescherecci fermi davanti al molo, chiede la cancellazione del progetto della vasca di colmata approvato prima dell’estate alcuni mesi fa.

Il porto della città rivierasca di San Benedetto del Tronto è un importante centro turistico navale, ortofrutticolo ed ittico, ospita una cospicua flotta di pescherecci tra piccoli e grandi e molte lampare. Inoltre, dopo Ancona, è il primo porto peschereccio delle Marche. In particolare, il porto di San Benedetto del Tronto è un’infrastruttura dedicata alla pesca commerciale, all’approdo turistico e al diporto nautico.
La vasca della discordia
“Il Porto non è una discarica rispettate la città”. Questo il testo sullo striscione molto eloquente esposto stamani al porto di San Benedetto del Tronto, nelle Marche. Il luogo scelto per manifestare il dissenso sulla costruzione del nuovo manufatto, fortemente voluto dall’Autorità portuale di Ancona, non è casuale, perchè è stato appeso proprio nel punto dove dovrebbe essere realizzata la cassa di colmata, destinata a contenere i materiali derivati dal drenaggio delle acque antistanti, contro la quale è evidente il dissenso degli autori del gesto.

Negli ultimi giorni era stato lo stesso sindaco della cittadina a cercare di prendere per mano la situazione per un confronto diretto in Comune con l’Autorità di Sistema Portuale, spiegando come e perché è stato scelto quel punto del porto per realizzare la struttura. Precisando soprattutto che non si tratterà di un contenitore ove conferire rifiuti in maniera indiscriminata, con evidente riferimento alle gestioni comunali passate quando la vasca, precedentemente realizzata, venne poi utilizzata per accogliere materiali di dragaggio addirittura di altri porti marchigiani.
La spiegazione delle parti in causa
Un manufatto di 192 milioni di metri cubi, con un costo di 33 milioni di euro per la sua realizzazione. Questi i numeri di un’opera importante che però ha diviso la scena. Ecco perchè chi è contrario alla realizzazione della nuova vasca di colmata non si accontenta dell’assicurazione che sia destinata a contenere quasi esclusivamente materiali provenienti dallo stesso porto di San Benedetto, ma anzi la considera inoltre una specie di “ricatto”.

La paura resta quella che la stessa Autorità portuale di Ancona la ponga come condizione allo sviluppo del porto rivierasco che dovrebbe infatti fare da base, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, al terzo braccio, ritenuto indispensabile per lo sviluppo turistico e commerciale dell’approdo sambenedettese. Un’opera prevista per ospitare funzioni legate alla pesca, alla cantieristica e al turismo, che comunque rappresenta un tassello fondamentale nella visione strategica del Comune. La realizzazione del terzo braccio, insieme alla riqualificazione delle banchine e degli spazi portuali, dovrebbe garantire nuove opportunità per operatori e cittadini.




