Sestiere di Porta Tufilla in lutto, morto Palmiro Paolini

La città di Ascoli Piceno e in particolare il Sestiere di Porta Tufilla si trovano a dover dire addio a una delle figure più amate e caratteristiche del proprio tessuto sociale: Palmiro Paolini.

All’età di 71 anni, lo zio dell’indimenticato Ivan, al quale è stata dedicata la pittura del ponte, ci ha lasciati.

Lutto ascoli
Lutto per la morte Palmiro Paolini (Ascoli.CityRumors.it)

La sua scomparsa ha gettato un velo di tristezza non solo tra i vicoli storici che tanto amava, ma anche nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Palmiro non era un semplice abitante della città; era un pilastro della tradizione ascolana, soprattutto per quanto riguarda la Quintana, l’evento storico che anima le vie e le piazze con sfide cavalleresche e cortei in costume d’epoca.

Affetto da sindrome di Down, ciò non gli ha mai impedito di partecipare con entusiasmo e dedizione alle numerose edizioni del corteo storico della Quintana. La sua presenza era così radicata nell’evento che molti lo consideravano parte integrante delle celebrazioni stesse.

Addio a Palmiro Paolini, Anima della Quintana di Ascoli

Oltre alla passione per le tradizioni locali, Palmiro nutriva un amore profondo per il calcio e in particolare per l’Ascoli Calcio. Grande tifoso del Picchio, come viene affettuosamente chiamata la squadra locale, trovava sempre il modo di essere presente allo stadio Del Duca per seguire le partite e incitare i suoi beniamini.

Questo suo attaccamento alla squadra non passò inosservato al presidente dell’Ascoli Calcio, Costantino Rozzi. Colpito dalla simpatia e dalla fedeltà dimostrata da Palmiro nei confronti della squadra bianconera, Rozzi decise di omaggiarlo ogni anno con l’abbonamento gratuito alle partite casalinghe.

Dolore ad Ascoli
Ascoli in lutto (Ascoli.CityRumors.it)

La figura di Palmiro Paolini rimarrà impressa nella memoria collettiva come quella di un uomo genuino ed estremamente affabile. Nonostante le sfide imposte dalla sindrome di Down con cui è nato, ha saputo vivere una vita piena e appagante grazie all’amore incondizionato verso la sua città e le sue passioni. Il suo sorriso contagioso e la sua presenza costante negli eventi cittadini lo hanno reso un vero simbolo dell’autenticità ascolana.

La comunità ascolana piange oggi la perdita non solo di uno dei suoi figli più carismatici ma anche uno dei suoi più ferventi sostenitori.

La dedica sulla pittura del ponte a Ivan ora assume un significato ancora più profondo: rappresenta il legame indissolubile tra due anime pure che hanno saputo toccare il cuore degli ascolani.

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