E’ stata una serata ricca di emozioni e di ottimi sapori quella vissuta al ristorante “C’era una volta” sulla strada che conduce a San Marco. In programma c’era il secondo appuntamento con ‘Chiacchiere e vino’ che stavolta era incentrato sui ‘Vitigni ritrovati’ una degustazione di cinque vini ottenuti da vitigni autoctoni riscoperti e riportati in auge in abbinamento a cinque portate.
Ad illustrare gli abbinamenti è stata la giovane Benedetta Vitelli che assieme ai genitori e al fratello gestisce il noto locale ascolano. Si è iniziato così con la ‘Barsaglina’ che ha accompagnato l’antipastino di baccalà. Un vitigno presente solo nella provincia di Massa Carrara dove conta una superficie coltivata totale di soli 33 ettari. E’ quindi un vitigno che rimane un prodotto di nicchia vista la bassissima produzione ma allo stesso tempo ha saputo attirare curiosità e interesse anche fino a raggiungere i terreni in Liguria.
Poi si è passati al ‘Caprettone’ con tortino di verdure. Un vitigno molto vigoroso dal nome ispirato alla forma del grappolo simile alla barbetta della capra, E’ una varietà diffusa esclusivamente nei comuni posti alle pendici del Vesuvio, dove rappresenta il vitigno principe della doc Vesuvio bianco.
A seguire è toccato al ‘Pavana’ con canederli fatti in casa. Il vitigno ‘Pavana’ è diffuso in molte zone del Veneto e nel Trentino. Il nome di questo vitigno deriva da una storpiatura di un riferimento alla sua origine, ossia “padovana”. Molto apprezzato il ‘Perricone’ con salsiccia e verza. Un vitigno autoctono a bacca nera originario della Sicilia occidentale che a fine Ottocento era il vitigno più coltivato nelle province di Palermo e Trapani dove viene chiamato Pignatello e che secondo alcuni deriva dalle “pignatidare”, le terre rosse alluminose del Trapanese, che venivano chiamate così perché impiegate per la fabbricazione delle pignatte da cucina.
Il prossimo appuntamento con ‘Chiacchiere e vino’ è fissato per martedì 5 novembre con la serata dedicata ai ‘Vini di confine’.