Perché Ascoli Piceno viene anche chiamata la Città delle Torri? Ecco tutte le curiosità

Ascoli Piceno è anche nota come Città delle Torri. Questo soprannome viene utilizzato anche per altre città, come Bologna e Pavia, ma scopriamo insieme in cosa differisce questo Comune rispetto agli altri

Ascoli Piceno, la Città delle Torri
Ascoli Piceno, la Città delle Torri – (Fonte IG: @visitascoli) – Ascoli.cityrumors.it

Le torri nel passato venivano costruite sia come basi difensive, ma anche come simbolo delle famiglia più ricche che potevano permettersi di costruirle.
Così come in altre città, anche ad Ascoli sono state costruite varie torri ed è proprio qui che molte famiglie potenti e nobili vivevano.

Nel 13° secolo, ad Ascoli Piceno c’erano all’incirca 200 torri! Poi però Federico II, nel 1242, ne distrusse 91, quasi la metà.

Lo storico Giambattista Carducci, nel 1853, scrisse queste parole in merito a questa città: “Ascoli n’ebbe già tante, e molte ne conserva, da meritarsi il soprannome di turrita: delle Torri si denominò un’intera contrada e di Torri si formò lo stemma“.

Scopriamo insieme tutte le curiosità che girano intorno alle torri di Ascoli Piceno e per quale motivo venivano costruite e poi demolite

Ascoli Piceno, la Città delle Torri: ecco perché viene soprannominata così

Fino al XII secolo, le città venivano costruite con tante torri. Ad Ascoli Piceno, questo fenomeno si è sviluppato in particolar modo, perché c’era tanta disponibilità di travertino, un materiale molto robusto e poco costoso.

A raccontare la storia delle torri, ci pensa lo storico ascolano dell’8oo, il Gabrielli.
A quanto pare, dopo le Crociate, il Clero e il Patriaziato erano veramente potenti e avevano deciso di alzare questi monumenti e di utilizzarli come simbolo di fasto e di potenza.

Ascoli Piceno, la Città delle Torri
Ascoli Piceno, la Città delle Torri – (Fonte IG: @visitascoli) – Ascoli.cityrumors.it

Anche Carducci, come visto prima, parlò delle Torri di Ascoli. Rimase meravigliato quando le famiglie potenti, da prima orgogliose di questo monumento e sicure della loro difesa, videro cadere le loro torri in quattro e quattr’otto quando arrivarono i cannoni e le mine.

200 torri erano all’inizio, fino a quando non arrivò Federico II, ghibellino, che decise di demolirle perché fatte per famiglie guelfe.
Con il tempo e i vandali, quasi la metà caddero ma ancora si possono vedere i resti di alcuni basi.

Adesso si possono ancora vedere alcune torri che sono rimaste tali o sono diventate campanili di chiese, case-torri o torri mozzate, mentre spuntano le date del Presepe Vivente di Grottamare.
Queste sono di forma quadrata e sono lunghe 8 metri per 8. Lo spessore delle mura è di un metro circa e l’altezza supera i 40 metri.

Il travertino utilizzato è di ottima qualità e a quanto pare il cemento utilizzato è diventato anche più duro della pietra.
C’è una stretta porta che permette di entrare e le finestre fatte in alto sono poche e strette.
Per salirvi vi erano delle semplici scale in legno poggiate su delle impalcature poste di distanza in distanza.

Oltre ad essere simbolo di potere, questi monumenti venivano utilizzati come “difesa passiva“.
Quando venivano attaccate, chi proteggeva la città faceva “piovere” sui nemici olio bollente, pietre e frecce.

Tuttora ad Ascoli Piceno si possono vedere 90 manufatti, di cui 7 sono ancora torri complete e due sono diventate campanili.
Se vuoi scoprire maggiori informazioni sulle torri che sono ancora intatte e visibili nel Comune, non perderti l’articolo di domenica 24 dicembre alle ore 19:15

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