Il tira e molla è finito, è ormai ufficiale: nel 2024 sarà tagliato il super bonus per ristrutturare la facciata degli immobili.
Il tanto chiacchierato superbonus per ristrutturare la facciata delle case è giunto ormai al capolinea, non sarà infatti più riproposto nel 2024. Il bonus, creato nel 2020, inserito per la prima volta nella legge di Bilancio del 2020, era stato prorogato con la legge di bilancio 2022, con una percentuale inferiore.
Il bonus consiste in una detrazione d’imposta per le spese sostenute per il recupero o restauro della facciata esterna degli edifici, ne possono agevolare sia i singoli privati che i condomini.
Insieme agli altri bonus in materia (eco bonus, sisma bonus, bonus mobili) si inserisce in un progetto più ampio volto al recupero del decoro architettonico; ecco perché per potervi accedere è necessario che l’edificio rispetti tre requisiti: una certa ubicazione in un determinato posto; la visibilità delle facciate e la quantità di intonaco su cui intervenire.
Gli interventi per cui si più beneficiare del bonus sono: tinteggiatura e pulitura della facciata; interventi su balconi e fregi e gli interventi esterni sulle strutture che possono influire dal punto di vista termico.
Che novità ci saranno?
L’obiettivo è quello di normalizzare i bonus, abbassando le percentuali riportandoli ad essere dei semplici contributi che da sempre lo stato ha messo a disposizione. La volontà è quella di riportare gli incentivi edilizi alle percentuali che c’erano prima, cioè 65 e 50%.
Le agevolazioni per ristrutturare gli edifici pesano non poco sulle casse dello stato, ma dall’altra le pressioni dei costruttori impongono di pensare ad una soluzione alternativa
Da gennaio non sarà più possibile utilizzare i due meccanismi messi a disposizione per ricevere le agevolazioni fiscali e si tornerà alla detrazione in dieci anni, lo scopo è limitare l’impatto regressivo dell’agevolazione, consentendo anche a chi, non dichiarando un reddito alto, ha poca disponibilità per incorporare lo sconto in quattro anni.
Lo scopo è comunque quello di continuare a percorrere la strada già tracciata della politica degli incentivi per il rinnovamento energetico del patrimonio immobiliare, magari attraverso strumenti più efficaci del superbonus dal momento che questa misura è stata impiegata solo per poco più del 3 % degli immobili presenti sul territorio italiano; la volontà è quella di ridistribuire 4 miliardi provenienti dal PNRR, attraverso il c.d. ecobonus sociale, chiamato così perché possono accedervi solo i redditi che non superano una certa soglia.