Bonifico: attenzione, si può revocare anche dopo anni, perché è importante

È sempre bene fare attenzione quando si parla di bonifico bancario, visto che può essere revocato anche dopo anni. Ecco perché questo particolare è davvero importante.

Quando si fa un bonifico bancario sono diverse le domande che possono sorgere da parte dei cittadini. Infatti, nel momento in cui una persona con un grosso debito fa un versamento dal proprio conto corrente a quello di un altro, la motivazione potrebbe essere scoperta dal creditore ed essere sottoposta ad azione revocatoria. Proprio tale situazione suscita numerosi dubbi tra i contribuenti.

Cosa sapere sulla revoca del bonifico
Un bonifico può essere revocato anche dopo anni – Ascoli.cityrumors.it

Se il conto in questione, dopo essere stato svuotato, dovesse essere chiuso, ci sarebbe la possibilità per altri di vedere la lista dei movimenti fatti molto tempo prima? Nel nostro articolo intendiamo rispondere a tutti questi quesiti. Seppure in pochi lo sanno, si può revocare un bonifico anche dopo anni. Per capire come fare bisogna partire da due norme fondamentali: l’articolo 2740 del Codice Civile e l’articolo 2901. Detto ciò, andiamo a vedere i casi in cui è possibile effettuare tale operazione.

Revocare un bonifico dopo anni è possibile: tutti gli scenari possibili

Revocare un bonifico bancario dopo anni è un processo complesso che richiede il rispetto di specifiche condizioni legali. Esaminiamo, dunque, le circostanze in cui è possibile farlo e quali sono i limiti temporali associati. Infatti, se esso è stato effettuato come donazione, senza che il beneficiario abbia offerto una contropartita, è possibile revocarlo solo se vengono soddisfatte due condizioni.

Come si può revocare un bonifico dopo anni
Cosa prevede la legge sulla revoca di un bonifico? – Ascoli.cityrumors.it

La prima è l’assenza di altri beni pignorabili. In tal caso, il debitore non deve possedere altri averi che possano essere pignorati per soddisfare il credito. Ciò significa che il valore dei beni pignorabili deve essere pari al credito aumentato della metà per coprire le spese legali. Mentre la seconda è il termine di decadenza, secondo cui non devono essere trascorsi più di cinque anni dal momento in cui è stato effettuato il bonifico. Questo è il limite massimo per avviare un’azione revocatoria.

Nel caso in cui il bonifico sia stato fatto per adempiere ad un’obbligazione, come l’acquisto di un bene o un risarcimento del danno, è necessario soddisfare ulteriori condizioni. Tra cui troviamo l’assenza di altri beni pignorabili, il termine di decadenza e la conoscenza del pregiudizio. In quest’ultima situazione, il beneficiario deve aver avuto la possibilità di conoscere il pregiudizio arrecato al debitore. Essa è presumibile quando il primo è una persona legata al secondo da convivenza o stretta parentela.

Non è necessaria un’azione revocatoria se il bonifico è stato effettuato su un altro conto intestato o cointestato al debitore. Uno degli ostacoli principali per individuare un versamento fatto da quest’ultimo è la difficoltà nell’ottenere la lista dei movimenti di un conto corrente. Infine, se il debitore chiude il conto corrente dopo averlo svuotato, le informazioni sui movimenti non possono essere rivelate al creditore o all’ufficiale giudiziario senza un ordine del giudice. Solo l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza hanno il potere di accedere a tali informazioni per fini di indagini fiscali.

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