Ecco come le realtà territoriali sostengono economicamente le persone affette da disabilità: di seguito tutte le misure, regione per regione.
Il fine è tra i più nobili: promuovere una maggiore inclusione sociale e migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità. Parliamo dei bonus promossi, in questi anni, tanto a livello nazionale, quanto locale. Oggi ci concentreremo su tutte le misure che riguardano i territori. Queste iniziative mirano a garantire un supporto finanziario più robusto per coloro che affrontano sfide quotidiane legate alle proprie condizioni.
Dicevamo, dunque, che l’obiettivo è garantire una copertura più ampia delle spese mediche, delle attrezzature specializzate e dei servizi di assistenza necessari. Si punta a contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, consentendo loro di affrontare le sfide quotidiane con maggiore fiducia e indipendenza.
Ogni regione, evidentemente, si muove secondo le risorse disponibili e le sensibilità. Ma non manca il lavoro a stretto contatto con le organizzazioni per i diritti delle persone con disabilità al fine di garantire che le varie misure rispecchino le reali esigenze della comunità.
Negli anni e, soprattutto, a partire dalla pandemia di Covid-19, registriamo con favore l’adozione di un approccio più ampio per favorire l’inclusione sociale, promuovendo l’accessibilità e abbattendo le barriere che limitano la partecipazione piena delle persone con disabilità nella società. Queste iniziative sono accompagnate da investimenti in infrastrutture accessibili, programmi educativi e opportunità di impiego. Andiamo a vedere, allora, i vari bonus per disabili, regione per regione.
Tutti i bonus per disabili, regione per regione
Alcune regioni, infatti, si stanno muovendo parallelamente alle disposizioni nazionali del Governo. In Emilia Romagna, per esempio, esiste un bonus per finanziare l’eliminazione delle barriere architettoniche, che spesso, come ben sappiamo, limitano (e non di poco) la vita quotidiana dei disabili fisici. Al momento della domanda è necessario presentare il verbale di una Commissione pubblica di accertamento dell’invalidità.
Misura analoga anche in Sardegna, dove si possono svolgere lavori negli edifici privati: le domande vanno presentate entro il 1° marzo di ogni anno. Non solo, la regione Emilia Romagna prevede anche l’assegno di cura, erogato alle famiglie che assistono un anziano non autosufficiente. Le soglie ISEE sono 25mila euro per il sussidio in questione e 20mila per il contributo aggiuntivo di 160 euro per il lavoro di cura svolto da assistenti familiari.
Gli importi vengono decisi in base alla gravità della condizione di non autosufficienza dell’anziano. In Lombardia, esiste invece un Programma Operativo per le persone con disabilità gravissima: si tratta di un sostegno economico mensile e voucher a persone con disabilità gravissime e caregiver familiari. Si può presentare domanda presso le ASST territoriali, ma non tra l’1 marzo e il 31 ottobre.
La regione Friuli Venezia Giulia, proseguendo, prevede un contributo mensile di 300 euro fino a 12 mesi per i familiari conviventi. La soglia ISEE del caregiver per accedere al contributo deve essere di pari o inferiore a 30mila euro. Nel Lazio, da ultimo, esiste un Buono Servizio, che prevede 700 euro mensili per un totale di 12 mesi a chi assiste familiari non autosufficienti.