Esistono diversi tipi di esenzione ticket: per reddito e per patologia. Andiamo a vedere chi ne ha diritto e come può ottenerle.
Il diritto alla salute è un principio fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, e il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è il pilastro su cui poggia questa garanzia. Tuttavia, il SSN prevede la partecipazione economica degli utenti attraverso il sistema dei ticket, ossia il pagamento di un contributo per accedere a determinate prestazioni mediche. Esistono però delle esenzioni, che possono riguardare sia il reddito che le patologie croniche o rare.
L’esenzione di cui si parla più spesso è quella per reddito. Essa è prevista per condizioni personali e sociali associate a specifiche situazioni reddituali. Cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque, disoccupati, titolari di pensioni sociali o al minimo possono beneficiare di questa esenzione. Il medico prescrittore, utilizzando la lista degli esenti fornita dalla Tessera Sanitaria, verifica il diritto all’esenzione al momento della prescrizione. I cittadini esenti per reddito che non compaiono nell’elenco del medico devono autocertificare il reddito annuale presso la ASL di residenza. Ma andiamo a vedere a chi spetta l’esenzione per patologie, un’esenzione di cui si parla poco.
Esenzione per patologia
Le malattie croniche, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono problematiche di salute che richiedono un trattamento continuo per periodi prolungati, da anni a decadi. In Italia, il SSN offre la possibilità di esenzione dal pagamento del ticket per alcune prestazioni di specialistica ambulatoriale dedicate al monitoraggio e alla prevenzione di complicanze legate a tali malattie. Questo beneficio è regolato dal Decreto ministeriale 329/99 e sue successive modifiche.
L’elenco delle malattie croniche esenti è definito dal Decreto legislativo 124/98, considerando la gravità clinica, il grado di invalidità e l’onerosità della quota di partecipazione. Il DPCM Lea del 12 gennaio 2017 ha ridefinito e aggiornato questo elenco, introducendo anche una banca dati per agevolare la ricerca delle patologie esenti. Per la maggior parte delle malattie croniche, vengono identificate specifiche prestazioni incluse nel nomenclatore della specialistica ambulatoriale. Il medico, in base alle condizioni cliniche del paziente, sceglie le prestazioni più adeguate per il monitoraggio e la prevenzione. Con l’entrata in vigore del Decreto del 23 giugno 2023, le tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica sono state definite, consentendo ai cittadini di fruire delle prestazioni a partire dal 1° gennaio 2024.
La procedura per ottenere l’esenzione prevede la presentazione di una certificazione che attesti la presenza della malattia, rilasciata da una struttura ospedaliera o ambulatoriale pubblica. Possono essere accettati anche altri documenti come la copia della cartella clinica, il verbale di invalidità, o certificati di commissioni mediche. Sulla base di questa certificazione, l’Azienda sanitaria locale (ASL) di residenza rilascia un attestato di esenzione che indica la malattia, il relativo codice identificativo e le prestazioni fruibili senza ticket. La durata dell’attestato varia in base alla malattia e può essere limitata da disposizioni regionali. Per ottenere maggiori informazioni sulle nuove modalità di esenzione, è consigliabile rivolgersi al medico di famiglia o al pediatra di libera scelta.
Le esenzioni per patologie rare seguono un percorso particolare. Per ciascuna malattia rara individuata a livello nazionale, il Servizio sanitario regionale ha designato Centri di riferimento abilitati alla diagnosi e cura, chiamati Centri autorizzati. Dopo la diagnosi effettuata da un medico specialista del Centro, il paziente riceve la certificazione di esenzione dal ticket, garantendo l’accesso gratuito a esami diagnostici e prestazioni prescritte nel piano di assistenza personalizzato.
Le esenzioni ticket rappresentano una forma di tutela sociale, garantendo l’accesso alle cure senza oneri economici per chi versa in condizioni di vulnerabilità. La loro gestione richiede una collaborazione attiva tra pazienti, medici e istituzioni sanitarie, con l’obiettivo di assicurare una copertura sanitaria equa e adeguata a tutti i cittadini.