In pensione a 71 anni: ecco perché alcuni devono aspettare di più

Per accedere alla pensione ordinaria è necessario aver compiuto 67 anni. Ma qualcuno va in quiescenza addirittura a 71 anni: ecco i motivi.

La soglia per accedere alla pensione di vecchiaia in Italia è definita da due requisiti fondamentali: l’età anagrafica e la contribuzione. Attualmente, per poter accedere a quella ordinaria, è necessario aver raggiunto i 67 anni, con la prospettiva che tale limite possa essere esteso in futuro in base all’aumento dell’aspettativa di vita. Parallelamente, è richiesto di aver maturato almeno 20 anni di contributi previdenziali. Altrimenti, si deve aspettare di più per la quiescenza.

Perché alcune persone non possono andare in pensione a 67 anni
Perché per alcune persone la pensione slitta a 71 anni – (ascoli.cityrumors.it)

Sostanzialmente (e con i distinguo che vi forniremo di qui a breve), per accedere alla pensione ordinaria è necessario aver compiuto 67 anni, con almeno 20 anni di contributi. In mancanza di questi requisiti, l’assegno sociale può essere richiesto all’INPS al compimento dei 67 anni, fino a quando non si raggiungono gli attributi minimi per la pensione di vecchiaia.

Perché non tutti possono andare in pensione a 67 anni

Per le generazioni successive al 1996, oltre ai requisiti anagrafici e contributivi, è richiesto anche un ulteriore criterio: l’importo minimo della pensione deve essere pari o superiore all’assegno sociale, attualmente fissato a 534,41 euro mensili. Nel caso in cui questo limite non venga raggiunto, la pensione non può essere liquidata fino al raggiungimento dei 67 anni di età.

Perché alcune persone possono andare in pensione a 71 anni
In pensione a 71 anni: ecco perché alcuni devono aspettare di più – (ascoli.cityrumors.it)

Coloro che non soddisfano il requisito minimo dei 20 anni di contributi, pur avendo raggiunto l’età pensionabile, devono attendere. Tuttavia, se nei successivi quattro anni riescono a completare il periodo contributivo richiesto, potranno accedere alla pensione di vecchiaia, anche se in un momento secondario.

In caso di mancato raggiungimento dei requisiti contributivi entro i successivi quattro anni, sarà necessario aspettare fino al compimento dei 71 anni di età. In queste situazioni, la legge prevede che la pensione possa essere erogata anche con almeno cinque anni di contributi, ma solo con il sistema contributivo e senza la possibilità di integrazione al trattamento minimo.

Una possibile soluzione per recuperare i contributi mancanti è quella di trasferirli in una gestione pensionistica alternativa, che consenta al soggetto di ottenere una prestazione supplementare calcolata con il sistema contributivo. Questo vale anche per il lavoro svolto all’estero, se il dipendente ha diritto a una pensione in un altro paese.

Nel frattempo, in attesa di raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia, è possibile richiedere l’assegno sociale all’INPS al compimento dei 67 anni di età. Tale sostegno economico è erogato per un massimo di 13 mensilità all’anno, fino al momento in cui il diritto alla pensione di vecchiaia viene effettivamente maturato, anche se ciò avviene dopo i 71 anni di età.

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