I lavoratori part time verticale e ciclico hanno la possibilità di andare in pensione senza perdere i contributi: scopriamo di più.
La sottoscrizione di un contratto part time implica un’occupazione per un numero di ore ridotto rispetto al full time.
Il lavoratore part time lavora per un numero di ore variabile tra le 20 e le 36 a settimana. Dato che lo stipendio è proporzionato al tempo di lavoro, è conseguenza naturale che la retribuzione di un dipendente part time sia inferiore rispetto a quella di un dipendente full time che lavoro 40 ore a settimana minimo.
Significa che nel caso di contratto part time si riducono anche gli importi dei contributi previdenziali che dipendono proprio dallo stipendio percepito. Non solo, per i contributivi puri c’è un’ulteriore taglio pensionistico avendo cominciato a versare i contributi dal 1996 e utilizzando, quindi, il sistema di calcolo contributivo puro. Il conteggio prevede che si moltiplichi il montante contributivo individuale che si calcola sul 100% delle retribuzione (il capitale del lavoratore accumulato durante la carriera) per il coefficiente di trasformazione legato all’età di pensionamento. Il contratto part time prevede che il montante sia calcolato sul 33% della retribuzione, una percentuale decisamente inferiore al full time.
La pensione per i lavoratori part time verticale o ciclico senza penalizzazioni
I lavoratori part time verticale o ciclico possono fare domanda di accredito contributivo seguendo le indicazioni INPS per il conteggio pieno dei periodi ai fini previdenziali. Si possono conteggiare tutte le settimane coperte dal contratto di lavoro anche in caso di operatività non continua per la ciclicità della prestazione. Dal 2022 c’è un nuovo applicativo di inoltro delle domande che facilita la procedura.
Da chiarire, però, che la valutabilità del periodo non lavorato è utile per maturare il diritto al raggiungimento della pensione ma non è rilevante ai fini del versamento contributivo dato che dipende dalla retribuzione dell’attività lavorativa.
Il periodo di durata del contratto di lavoro a tempo parziale con concentrazione del lavoro in alcuni periodi, dunque, viene riconosciuto per intero ai fini del raggiungimento dei requisiti di anzianità lavorativa per l’accesso al diritto di pensione secondo quanto stabilito nell’articolo 1 comma 350 della legge 178/2020.
Significa che l’anzianità contributiva è calcolata come se il lavoratore avesse occupato un posto con contratto full time considerando i periodi non lavorati come in accordo con il datore di lavoro. Condizione necessaria è che la retribuzione accreditata nel periodo annuale sia almeno pari all’importo minimale di retribuzione con riferimento all’anno considerato.