Al via le domande per il nuovo Assegno di inclusione. Attenzione a dichiarare il falso: questa volta si rischia davvero grosso.
A partire dal prossimo gennaio il Reddito di cittadinanza verrà sostituito dell’Assegno di inclusione. Requisiti più stringenti per ottenere il nuovo sussidio. Chi cercherà di barare, rischia davvero grosso.
La fine del 2023 segnerà anche la fine del Reddito di cittadinanza. La maggior parte delle famiglie ha già smesso di ricevere l’accredito a partire da luglio. Infatti, con la legge di Bilancio 2023, il Governo Meloni aveva stabilito che l’aiuto statale poteva essere fruito solo per 7 mesi nell’anno corrente. Hanno continuato a beneficiare del sussidio solo quei nuclei familiari al cui interno sia presente almeno un soggetto ritenuto “non occupabile“.
Rientrano nella categoria dei “non occupabili” i disabili, i minorenni, i soggetti con almeno 60 anni e le persone prese in carico dai servizi socio sanitari territoriali per problemi psico sociali. Costoro continueranno a ricevere il Reddito fino alla fine di dicembre e possono già fare richiesta per fruire poi, a partire da gennaio, del nuovo Assegno di inclusione. Tuttavia i requisiti reddituali per avere diritto al nuovo aiuto di Stato saranno più stringenti. E, per chi cercherà di fare il furbo, sono previste pene decisamente severe.
Assegno di inclusione: cosa rischia chi dichiara il falso
Via libera alle domande per ottenere l’Assegno di inclusione a partire da gennaio. Il nuovo aiuto messo in campo dal Governo Meloni avrà requisiti reddituali più stringenti rispetto al vecchio Reddito e sono previste pene severe per chi cercherà di ottenerlo senza averne titolo.
A partire dal 18 dicembre è già possibile accedere al portale dell’Inps – anche tramite l’aiuto di un Patronato- per fare richiesta dell’assegno di inclusione. Il sussidio si rivolgerà unicamente ai nuclei familiari in cui almeno un componente sia disabile o minore o con almeno 60 anni o sia preso in carico dai servizi socio sanitari. Importo e durata saranno gli stessi del vecchio Rdc: 500 euro al mese più 280 per l’affitto. Nel caso di famiglie composte per intero da persone con almeno 67 anni o da anziani e disabili allora il contributo sale a 630 euro al mese più 150 euro per l’affitto.
Anche l’assegno di inclusione verrà erogato per 18 mesi e, dopo una pausa di un mese, potrà essere prorogato per altri 12. Visto così non sembra poi molto diverso rispetto al vecchio Reddito di cittadinanza. In realtà le differenze ci sono e riguardano soprattutto i requisiti reddituali necessari per poter ottenere l’aiuto. Per avere diritto all’assegno di inclusione il reddito annuo dell’intera famiglia non deve superare i 6000 euro. Per le famiglie composte solo da persone con più di 67 anni o da anziani e disabili, la soglia massima sale a 7560 euro l’anno.
La casa in cui la famiglia vive deve avere un valore immobiliare non superiore ai 150.000 euro e nessun componente della famiglia deve possedere imbarcazioni o auto o moto di lusso. Per evitare che alcuni possano tentare di fare i furbetti e dichiarino il falso per ottenere il sussidio senza averne i requisiti, sono state introdotte pene severe per chi cercherà di barare. Nello specifico per dichiarazioni false oppure in caso vengano omesse informazioni rilevanti, oltre alla decadenza del beneficio, è prevista la reclusione da 2 a 6 anni. Invece nel caso non vengano comunicate eventuali variazioni di reddito o patrimonio, è prevista la reclusione da 1 a 3 anni. Infine se il sussidio venisse tolto perché il nucleo familiare non parteciperà a programmi di politiche attive, si potrà fare una nuova richiesta dopo 6 mesi.