Pensioni, le prospettive per il futuro sono allarmanti: i dati dell’Inps spaventano gli italiani

Preoccupano le prospettive per il futuro sulle pensioni. Ecco cosa affermano i dati che preoccupano tutti. 

Attraverso una ricerca fatta dal Consiglio Nazionale dei Giovani e di Eures è possibile venire a conoscenza di alcuni dati che preoccupano molto. Si tratta di un limite di età che spaventa molto i giovani che non vedono una prospettiva molto rosea in un futuro molto lontano. Il tutto interessa l’età lavorativa, un’asticella che si alza sempre di più.

Allarme sulla pensione
Preoccupa la pensione degli under 35- ascoli.cityrumors.it

Ma quali sono i dati che preoccupano così tanto? E’ questo ciò che affronteremo nel testo che segue, analizzando quello che sarà il futuro delle pensioni per quei giovani che oggi sono occupati in vari settori.

Le prospettivi del futuro sulle pensioni

In base alla scoperta fatta, sembra che gli under 35 saranno costretti a lavorare fino al raggiungimento della veneranda età di 74 anni al fine di avere una pensione comunque esigua e il cui importo si aggira intorno ai 1.000 euro mensili.

Allarme sulla pensione
Andare in pensione- ascoli.cityrumors.it

Tutto ciò accade a causa della discontinuità retributiva e degli stipendi, un rapporto che andrà a determinare quando ci si potrà ritirare dal mondo del lavoro.  Sono questi dati presenti nel “Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani” in cui si afferma che gli under 35 hanno la possibilità di ritirarsi dal mondo del lavoro solo dopo il 2050, e quindi a 66 anni, per ottenere poi una pensione pari a 900 euro lordi, ossia due volte l’assegno sociale. Ma per essere in grado di lasciare il lavoro, è importante che tale cifra sia 2,8 volte più alta del minimo, facendo sì che la media aumenti al 69,8 anni. Solo in questo modo l’assegno arriverebbe a 1.249 euro.

Tutto ciò sta a significare che si dovrà lavorare per 52 anni. Invece, i lavoratori che possiedono partita Iva, la cifra dell’assegno dopo aver ottenuto 73,6 anni di contributi è pari a 1.650 euro lordi mensili e quindi pari a 1128 al netto dell’Irpef. Si tratta di un valore pari a 3,3 volte l’assegno sociale.

Il primo spiraglio per il pensionamento si verifica a 69 anni e mezzo, con un assegno pari a 805 euro. A questo riguardo il Messaggero fa sapere che il governo è al lavoro per realizzare dei correttivi che andrà ad aggiungere all’interno della futura legge di bilancio. E’ molto probabile che vi sia un’agevolazione del prezzo del riscatto per coloro che non hanno ancora superato il 35 annui. Insomma il quadro è a dir poco inquietante e al momento non ci sono spiragli di miglioramento.

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