Scattano nuovi controlli sui permessi 104. Quello che potrebbe accadere, di fatto, è assolutamente legale. Eppure, non mancano i dubbi tra i cittadini.
Il contesto è quello dei permessi legati alla legge 104, che consentono di ricevere una serie di vantaggi per ciò che riguarda il mondo del lavoro. Il tutto, chiaramente, legato a particolari situazioni e condizioni personali o in ambito familiari. La possibilità di concedersi delle pause, per così dire, dalla propria occupazione, può dare vita ad una serie di controlli da parte degli enti preposti per stabilire la reale necessità della specifica richiesta. Tali procedure sono stabilite da una determinata normativa.
La legge 104/92, infatti, consente ai lavoratori dipendenti di avere a deposizione una serie di permessi per potersi prendere cura di familiari con gravi disabilità o non autosufficienti, senza perdere mensilmente soldi in quanto a retribuzione. Nel corso del periodo citato, infatti, il dipendente continuerà a percepire un’indennità interamente pagata da INPS, anticipata però dal datore di lavoro. Nel quadro dei familiari per i quali è possibile prestare assistenza nella modalità indicata, è possibile trovare i genitori e figli, anche adottivi, un coniuge o partner in unione civile o convivenza e parentela entro il terzo grado, con disabilità grave.
Permessi 104, aumentano i controlli: la sentenza della Corte di Cassazione
In base a quanto stabilito dalla legge, viene da sé immaginare una condotta praticamente impeccabile da parte di coloro i quali possono utilizzare tale tipologia di permesso. La verità è che, purtroppo, in alcuni casi si fa un uso improprio delle stesse concessioni, sfruttandole per esempio per attività assolutamente personali. Il tutto può comportare il rischio di sanzioni disciplinari che comprendono in ultima analisi il licenziamento. La discussione in merito, di recente, si è molto inasprita per quel che riguarda le tecniche di controllo.
Tra questi, spesso citato è il ricorso alla geolocalizzazione attraverso GPS, consentito dalla circolare specifica del 7 novembre 2016. I datori di lavoro, inoltre, possono addirittura ricorrere ai servizi di un investigatore privato per verificare l’effettiva buona condotta del proprio dipendente. La legittimità di tali forme di controllo è stata confermata dalla Corte di Cassazione.
La sentenza n. 9749/2016 ha infatti stabilito che i controlli effettuati fuori dall’orario di lavoro possono essere ritenuti legittimi. Il relativo abuso dei permessi in questione può portare, dunque, a serie conseguenze per il lavoratore. Tra queste, come anticipato, il licenziamento per giusta causa e implicazioni penali. Il rischio eventuale, derivante da una cattiva condotta, insomma, può davvero essere grande.