Il lavoratore che richiede i permessi Legge 104 deve fare attenzione a rispettare le regole della normativa o rischia fino al licenziamento!
Chi infrange il regolamento può essere punito dal datore di lavoro con sanzioni, sospensioni e addirittura il licenziamento. In quali casi?
Tra le agevolazioni della Legge 104 ci sono numerosi benefici relativi al lavoro. L’intento è migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e dei familiari che li assistono. Prendersi cura di un disabile non è semplice, richiede impegno e tempo. Un lavoratore avrebbe difficoltà a chiedere spesso giorni di permesso se non ci fosse una misura apposita che permette di assentarsi da posto di lavoro percependo ugualmente la retribuzione.
Parliamo dei permessi di tre giorni al mese (fruibili anche ad ore) richiedibili dai caregiver. Da quando la figura del referente unico è stata cancellata, più lavoratori possono usufruire dei permessi per l’assistenza ad uno stesso disabile grave. L’importante è farlo in modo alternativo e nella misura massima di tre giorni al mese.
Cosa può fare e cosa no il dipendente durante la giornata di permesso? Conoscere i limiti significa non superarli ed evitare ripercussioni da parte del datore di lavoro che ha la facoltà di controllare il lavoratore per verificare che rispetti le regole della misura.
Permessi di tre giorni al mese, i paletti per il dipendente
La normativa non indica in modo preciso orari e modalità di fruizione dei permessi 104. Ci sono confini molto scoloriti che il dipendente potrebbe suo malgrado superare andando incontro anche ad un licenziamento.
L’attenzione deve essere massima perché condizione necessaria per richiedere i permessi è che il tempo sia speso per prendersi cura del familiare disabile grave. Cosa significa in termini pratici? La maggior parte della giornata deve essere spesa nell’assistenza del disabile. Si possono fare le pulizie in casa per il familiare con handicap, si può andare a fare la spesa per suo conto o pagare le bollette.
La definizione “gran parte” presuppone che il caregiver abbia dei momenti per sé ma dovranno essere brevi. Lo scopo dei permessi, infatti, rimane la cura del disabile. Abusarne significa mettere a rischio il posto di lavoro. Non si può andare a pranzo con gli amici, organizzare un pomeriggio al mare o una gita fuori porta né partecipare ad eventi ricreativi. Non si possono svolgere hobby come andare in palestra o al corso di pittura a meno che in tutte queste attività non si porti con sé la persona con disabilità da assistere.