Non si può avere tutto, in particolare quando si parla di pensioni: è possibile smettere di lavorare a 63 anni, ma solo se accetti qualche taglio.
Andare in pensione prima dell’età stabilita dalla legge Fornero non è affatto impossibile: ci sono diverse opzioni per riuscirci. Addirittura, puoi smettere di lavorare ad appena 63 anni. Eppure, dal punto di vista economico, potrebbe non essere affatto conveniente.
La vita è fatta di scelte e una di quelle che, più spesso, siamo chiamati a fare è decidere tra avere più tempo per noi stessi o avere più soldi a fine mese. Una scelta tutt’altro che facile. Il denaro serve per vivere e sembra non bastare mai. Ma il tempo non torna più indietro e, a conti fatti, non ha prezzo.
Questa decisione diventa ancora più difficile quando parliamo di pensioni. Infatti, secondo la legge Fornero, per accedere a quella di vecchiaia ordinaria è necessario avere almeno 67 anni e non meno di 20 anni di contributi. Tuttavia, esistono diverse misure di prepensionamento che consentono di lasciare il lavoro molto prima.
Ad esempio, c’è un’agevolazione con la quale puoi smettere addirittura a 63 anni. Cioè ben 4 anni prima rispetto ai parametri della legge Fornero. Il guaio è che, se scegli questa strada, rischi di perdere davvero un mucchio di soldi.
Pensione a 63 anni? Non sempre conviene
Andare in pensione con qualche anno di anticipo è il sogno della maggior parte delle persone. Eppure, il rischio è di trovarsi poi con un assegno mensile troppo misero per riuscire ad andare avanti. Vediamo a quanto dovresti rinunciare se decidi di lasciare il lavoro a 63 anni.
Sei stanco di dover andare in azienda ogni mattina e vorresti avere più tempo per te stesso e per la tua famiglia, i tuoi amici o per i tuoi hobby? Grazie ad Ape sociale, potresti andare in pensione quasi 4 anni prima rispetto a quanto è stato stabilito dalla legge Fornero.
Infatti, Ape sociale ti dà la possibilità di uscire dal mondo del lavoro a soli 63 anni e 5 mesi di età; mentre il requisito contributivo oscilla tra i 30 e i 36 anni, a seconda della categoria lavorativa di cui fai parte. Questa misura, infatti, non si rivolge a tutti ma solo alle seguenti casistiche:
- Lavoratori con invalidità civile certificata pari almeno al 74%;
- Disoccupati che non ricevono più la Naspi;
- Caregiver di un parente stretto da almeno 6 mesi;
- Coloro che svolgono lavori usuranti o gravosi da almeno 7 anni negli ultimi 10 o da almeno 6 anni negli ultimi 7. Solo per quest’ultima categoria il requisito contributivo è di 36 anni anziché di 30.
Se scegli di andare in pensione con Ape sociale, però, potresti dover rinunciare alla tua prestazione per intero. Infatti, l’assegno mensile di chi opta per questa misura non può mai superare i 1500 euro. Non solo: Ape sociale non è soggetta alla rivalutazione annua e, dunque, il tuo assegno sarà sempre lo stesso e non aumenterà.
Non sono previste né la tredicesima né la quattordicesima e, nel caso volessi rimetterti a lavorare per arrotondare, non potrai farlo perché è vietato. Unica eccezione ammessa è un’occupazione autonoma occasionale, fino ad un massimo di 5000 euro l’anno. Queste limitazioni resteranno in vigore finché non avrai compiuto 67 anni: a quel punto, ti spetterà la tua pensione di vecchiaia ordinaria per intero, con tanto di rivalutazione annua, tredicesima e quattordicesima.