Stop al reso facile per gli acquisti online. Per chi volesse farlo, da oggi, i costi crescono davvero tanto: ecco il cambiamento epocale.
Un giro di vite di quelli storici, epocali, che sicuramente cambieranno il mondo degli acquisti online. Restituire un prodotto comprato online, infatti, non solo non sarà gratuito, come invece è stato fin qui, ma sarà sempre più costoso. Ecco le nuove regole che condizioneranno il mercato globale.
Con l’aumento delle transazioni digitali, la pratica dei resi ha guadagnato terreno, portando con sé sia vantaggi che sfide per i consumatori e i rivenditori. Uno dei principali motivi alla base dei resi è la discrepanza tra l’aspettativa generata online e il prodotto effettivamente ricevuto. Questo divario spinge i consumatori a restituire articoli che non soddisfano le loro aspettative.
Da un lato, i resi online offrono una maggiore flessibilità ai consumatori, che possono restituire gli articoli comodamente da casa. D’altra parte, però, i rivenditori devono affrontare sfide operative e finanziarie legate alla gestione dei resi. Il processo di restituzione può comportare costi di spedizione, mancanza di vendite durante il periodo di reso e il rischio di danneggiamento del prodotto.
Da tempo si era sviluppata una crescente consapevolezza sulla necessità di sviluppare pratiche sostenibili nella gestione dei resi. Le aziende, in particolare, chiedevano un intervento contro i “furbetti” di questa pratica. Intervento che oggi è arrivato e che è di quelli duri. Di quelli che potrebbero cambiare il mondo degli acquisti online.
Restituire un prodotto comprato online sarà sempre più costoso
Per affrontare questi problemi, alcuni rivenditori chiedevano da tempo politiche più rigorose sui resi, cercando di educare i consumatori sulla corretta valutazione degli articoli prima dell’acquisto. Il reso degli acquisti online è diventato un elemento inevitabile del commercio digitale, con pro e contro da entrambe le parti. Ma adesso arriva un giro di vite che si schiera nettamente dalla parte delle aziende.
Stando ai dati della National Retail Federation, coloro che hanno acquistato pacchi contenenti prodotti hanno rispedito più o meno il 17% della merce complessiva presa nel 2022. I rivenditori hanno quindi detto stop all’addebito delle commissioni per restituire gli articoli. A muoversi per primo il Regno Unito, ma siamo certi che questa nuova politica possa diventare ben presto globale. Come è globale, del resto, il fenomeno degli acquisti online.
Nel Regno Unito, Zara addebita 1,95 sterline a tutti i clienti che vogliono restituire un capo comprato online. Sempre parlando di Zara, in Italia, c’è possibilità di restituire gli articoli attraverso il servizio di ritiro a domicilio. Il costo per ogni richiesta di restituzione è di 4,95 euro, che verrà detratto dal rimborso. E adesso, con l’arrivo del 2024, tante altre aziende potrebbero uniformarsi.