Il Bonus caregiver perde parte della sua convenienza riservando spiacevoli sorprese ai dipendenti con Legge 104.
C’è un taglio pesante che sta preoccupando i caregiver, i lavoratori che si prendono cura di un familiare con disabilità grave. Vediamo di cosa si tratta e se c’è modo di porvi rimedio.
I caregiver sono figure molto importanti perché permettono ai familiari disabili di avere una qualità della vita migliore. Sono chiamati ad assisterli con attenzione e pazienza, rinunciando anche a parte della propria libertà. Devono destreggiarsi tra lavoro, vita privata e cura del disabile. Considerando l’impegno richiesto, lo Stato ha inserito anche loro tra i beneficiari di numerose misure assistenziali.
I dipendenti caregiver possono contare sui permessi di tre giorni al mese, sul congedo straordinario, sulla pensione anticipata. Due scivoli loro dedicati sono l’APE Sociale e Opzione Donna, a condizione che assistano un familiare con disabilità da almeno sei mesi. Ma c’è una brutta notizia nell’aria: un taglio che riguarda proprio i caregiver, a causa della gestione del Piano per la non autosufficienza. Scopriamo di più.
Taglio dei contributi per i caregiver, cosa sta per accadere
La Regione Lombardia ha approvato il PNNA, ma stabilendo tagli dei contributi per i caregiver. Con la delibera 1669 del 28 dicembre 2023, la Giunta Regionale recepisce in modo parziale le direttive del Piano nazionale per la non autosufficienza tagliando i contributi ai lavoratori che forniscono assistenza domiciliare ad una persona con gravissima disabilità.
Il PNNA prevede la conversione graduale dei contributi economici in servizi diretti. Il fine del Piano è aumentare i servizi sociosanitari e ridurre i finanziamenti dedicati alle famiglie con disabili a carico. Ma in Lombardia le associazioni denunciano l’assenza di servizi, specialmente per colpa di un sistema che si basa sul privato-accreditato con tariffe insufficienti.
Le famiglie stanno protestando per i tagli, perché in tante sopravvivono esclusivamente grazie a questi contributi. La riduzione è passata dal 25 al 45% diventando insostenibile, con tanti nuclei familiari che si ritrovano senza aiuti per coprire terapie riabilitative o le spese per personale di supporto. Secondo la delibera, i tagli scatteranno entro sei mesi. Verranno realmente sostituiti da adeguati servizi?
Le critiche sono partite da diverse parti, tra cui l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica e Nessuno è Escluso. Il taglio contrasta nettamente con l’aumento delle spese per assistenti e badanti, nonché con l’aumento dei contributi previdenziali INPS. La richiesta, quindi, è quella di rinviare l’attuazione delle nuove direttive del PNNA in attesa dell’implementazione dei nuovi servizi.