Se sei alla ricerca di lavoro c’è un errore che non dovresti commettere per non perdere l’opportunità di ottenerlo.
La ricerca di lavoro può essere un’attività estenuante e stancante, soprattutto se nonostante gli sforzi, non si ottengono risultati positivi. Un candidato deve fare attenzione a presentare un Curriculum Vitae ben fatto, deve essere preparato durante le prove o i colloqui e fare attenzione anche ad un altro aspetto spesso sottovaluto.
Infatti, i recruiter fanno attenzione anche ad aspetti che spesso i candidati sottovalutano o non credono siano rilevanti. È proprio in questa circostanza che si commette un errore che può pregiudicare la possibilità di ottenere quell’impiego tanto desiderato.
L’errore da non fare durante la ricerca di lavoro: parola di recruiter
I recruiter, oltre a valutare un curriculum leggendo attentamente i titoli e le esperienze di un candidato, controllano anche un’altra cosa che la maggior parte delle persone non immaginerebbe.
I recruiter sono sempre più attenti a controllare i profili social di un candidato non appena ricevuto un curriculum, scartando chi non è adatto a quella posizione. I candidati spesso sottovalutano questo aspetto, finendo per perdere l’opportunità di proseguire con quella candidatura.
Per questi gli esperti spiegano come gestire bene i social per farsi assumere. Oltre a scrivere bene il curriculum e a prepararsi per il colloquio, infatti, bisogna anche gestire bene i propri social perché i recruiter li controllano vedendo i post e le foto che hanno pubblicato nel corso degli anni.
La metà dei candidati è scartata a causa dei post sui social, stando ad una recente indagine di “The Adecco Group”. Infatti un campione di circa 500 recruiter, ha evidenziato il ruolo cruciale dei social media nel processo di reclutamento odierno, al punto che il 51% dei selezionatori dichiara di essere stato influenzato negativamente durante il processo di recruiting dopo aver controllato il profilo social di un candidato.
I contenuti “killer di candidature” sono le foto inappropriate, i post pubblicati o le possibili manifestazioni esplicite discriminatorie di natura sessuale e/o razziale nelle interazioni dei candidati. Oltre la metà dei recruiter sfruttano i social media non solo per la ricerca dei talenti ma anche per la verifica dei candidati.
Per questo un candidato dovrebbe allineare il suo profilo social alla posizione per cui si sta candidando, tramettendo una corretta immagine al recruiter in linea con i valori proclamati dall’azienda con cui si è interessati a lavorare.
L’importante è non cadere nella banalità: ad esempio chi cerca lavoro come personal trainer non dovrebbe postare una foto a petto nudo. Il candidato dovrebbe quindi essere in grado di capire cosa può funzionare, tenendo conto che il limite fra vita privata e professionale è molto sottile.