Minacce di morte al sindaco: lo sfogo di Fioravanti

Sul caso dei controlli al forno di Lorenza Roiati, il sindaco di Ascoli Piceno respinge gli attacchi e le critiche. Le ultime notizie.

Vanno avanti le discussioni e le polemiche sul caso di Lorenza Roiati, la titolare della panetteria L’assalto ai forni che nella giornata del 25 aprile aveva avuto un doppio controllo da parte delle forze dell’ordine per lo striscione appeso davanti al suo locale che celebrava la Liberazione: “25 Aprile buono come il pane, bello come l’antifascismo“.

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Marco Fioravanti respinge le critiche: “Mi avete dipinto come un sindaco fascista” (Foto @MarcoFioravantiAP/Facebook) – Ascoli.cityrumors.it

Il primo controllo era stato effettuato dalla polizia di Stato mentre pattugliava il centro di Ascoli. Alcuni agenti si erano fermati per accertamenti, avevano chiamato la Questura per informarla sullo striscione e una volta appurato che era tutto regolare se ne sono andati.

Il secondo controllo, invece, è stato condotto da alcuni agenti in borghese della polizia locale ma non di Ascoli, provenienti da fuori, pare da Teramo, perché gli agenti ascolani erano impegnanti con le iniziative per il 25 aprile. La polizia locale in borghese aveva chiesto a Lorenza Roiati le generalità e se fosse l’autrice dello striscione. Chiaramente, gli agenti erano stati mandati al suo forno a seguito di una segnalazione.

Ascoli, Marco Fioravanti non ci sta ad essere “dipinto come un sindaco fascista”

Sull’invio della polizia locale in borghese non ascolana al forno di Roiati, molti hanno pensato subito a una iniziativa del sindaco Marco Fioravanti o comunque della sua amministrazione e subito si è accesa la discussione politica. Si tratta, ovviamente, di speculazioni ma è appurato che qualcuno ha mandato gli agenti al forno e non sono stati di certo gli esponenti dell’opposizione, che in consiglio comunale hanno criticato duramente il sindaco Fioravanti.

Dopo l’episodio del 25 aprile, finito su tutti i media nazionali, con la solidarietà arrivata a Lorenza Roiati anche dai politici nazionali, erano apparsi la sera del 26 aprile ad Ascoli due striscioni intimidatori contro la fornaia, provenienti chiaramente da ambienti di estrema destra. Solo l’indomani, il sindaco Fioravanti aveva deciso di intervenire, condannando gli striscioni intimidatori e allo stesso tempo difendendo gli agenti di polizia che avrebbero fatto solo il loro lavoro ma senza rivolgere alcun messaggio a Roiati.

 

Mentre a livello nazionale, alcuni parlamentari presentavano interrogazioni sul caso al ministro dell’Interno Piantedosi, il caso finiva nell’aula del consiglio comunale di Ascoli, con dure critiche al sindaco da parte delle opposizioni.

Fioravanti ha respinto con forza le accuse dell’opposizione, ritenendola a sua volta responsabile degli attacchi e degli insulti ricevuti sui social per il caso Roiati: “Mi avete dipinto come un sindaco fascista – ha detto il sindaco ai consiglieri di opposizione – e questo ha alimentato un clima d’odio culminato in 144 messaggi social in cui mi si augura la morte, con frasi come ‘ti appendiamo a testa in giù come a piazzale Loreto’. Denuncerò queste persone: non per me, ma per difendere la dignità della città di Ascoli“.

Fioravanti ha poi insistito sul fatto di non aver disposto lui i controlli della polizia locale al forno di Lorenza Roiati il 25 aprile. “Il sindaco non è uno sceriffo – ha sottolineato –  ci sono corpi autonomi che agiscono nel rispetto delle regole. Io stesso sono venuto a conoscenza dei fatti solo nel pomeriggio, dopo aver chiesto chiarimenti alla comandante della Polizia Municipale”.

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