Pugno d’uro dell’Agenzia delle Entrate: accertamenti a tappeto a partire dal 2018

Il Governo ha (re)introdotto uno strumento per entrare nei conti e nelle spese degli italiani. Ecco come funzionerà.

Uno strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate in Italia per verificare la congruenza tra il reddito dichiarato dai contribuenti e il loro effettivo tenore di vita. Questo mezzo di controllo fiscale ha suscitato numerose discussioni e dibattiti nell’ultimo periodo, dividendo l’opinione pubblica tra chi lo considera necessario per combattere l’evasione fiscale e chi lo vede come un’intrusione nella vita privata dei cittadini. Ma tant’è. I controlli dell’Agenzia delle Entrate sono e saranno sempre più stringenti.

I controlli dell'Agenzia delle Entrate diventano più aspri
I controlli dell’Agenzia delle Entrate diventeranno sempre più aspri (Foto Ansa) – ascoli.cityrumors.it

L’obiettivo è quello di scovare possibili evasori fiscali che dichiarano un reddito inferiore rispetto a quello che il loro stile di vita suggerirebbe. L’Agenzia delle Entrate analizza gli indicatori di spesa che vengono confrontati con il reddito dichiarato dal contribuente. Se le spese risultano sproporzionate rispetto a quest’ultimo, l’ente può avviare un accertamento fiscale. Tuttavia in tanti obiettano questioni diverse, che riguardano, per esempio, la privacy dei cittadini e dei contribuenti. Ma non solo.

Per diverse persone, infatti, si tratta di un’invasione nella vita privata, sostenendo che lo Stato non dovrebbe avere il diritto di scrutinare così dettagliatamente le spese personali dei cittadini. Così come si teme che vi sia il rischio di generare errori, interpretando in modo inadeguato certe uscite o non considerando correttamente le situazioni individuali. Spesso, peraltro, il contribuente si trova nella posizione di dover dimostrare la legittimità delle proprie spese, invertendo di fatto l’onere della prova, che in linea di principio dovrebbe spettare all’autorità fiscale.

La stretta dell’Agenzia delle Entrate fa discutere

Dopo un’assenza di quasi sei anni, il redditometro è tornato in vigore. Introdotto originariamente nel 1973 e sospeso nel 2018, questo strumento di accertamento fiscale sintetico è stato riattivato grazie ad un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze datato 7 maggio e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 116 il 20 maggio. Il nuovo redditometro 2024 è il frutto di un dialogo tra il Ministero, l’Istat e le principali associazioni dei consumatori, con l’obiettivo di adeguarlo alle mutate condizioni socio-economiche.

Controlli Agenzia delle Entrate
Il ritorno del redditometro: così l’Agenzia delle Entrate analizzerà le spese dei contribuenti – ascoli.cityrumors.it

Il redditometro è uno strumento che consente al Fisco di stimare il reddito complessivo delle persone fisiche in base ad una serie di indicatori di spesa. In sostanza, esso ipotizza il reddito del contribuente sulla base delle uscite presunte, prendendo in considerazione 11 tipologie di nuclei familiari e suddividendoli in 5 aree geografiche del Paese. Ad esempio, un professionista che lavora in una grande città del Nord e ha una famiglia di quattro persone avrà soglie di reddito e spese superiori rispetto a un collega che vive in un piccolo centro del Sud.

Se un contribuente fa acquisti di lusso o affitta uno studio costoso, il redditometro potrebbe segnalare una discrepanza tra le spese e il reddito dichiarato. E, in quel momento, scatterà un accertamento fiscale. Secondo una sentenza della Cassazione (n. 20649/2015), il valore probatorio del redditometro dispensa il Fisco dal fornire ulteriori prove, mentre spetta al contribuente dimostrare che il reddito presunto corrisponde alla realtà.

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