La sala riunioni del Circolo Sociale ‘Mare Bunazze’ di San Benedetto ha faticato ad ospitare tutti coloro che sono accorsi per ascoltare la relazione e la presentazione dell’ultimo libro del Comandante Alfa, cofondatore dei GIS dei Carabinieri. Oltre duecento persone, nonostante la pioggia battente, hanno accolto il militare più decorato d’Italia. A fare gli onori di casa è stato il Sindaco Antonio Spazzafumo, affiancato dal Presidente del Club 41 Riviera Adriatica 44 i.f. Roberto Galanti già Console Onorario della Moldova. Presenti anche il Capitano dei Carabinieri Francesco Tessitore, il Luogotenente Pasqualino Palmiero comandante della stazione di San Benedetto, l’ex Comandante Luigi Cameli e Luigi Crescenzi Presidente dell’Associazione Carabinieri affiancato dal socio Roberto Di Sante.
In platea anche: l’ex Prefetto di Fermo, Emilia Zarrilli, l’assessore regionale Monica Acciarri, l’assessore alla cultura di San Benedetto Lina Lazzari e quello agli eventi del Comune di Ascoli, Monia Vallesi, i presidenti del Club 41 Marcuzzo 43, Valerio Rosa, del Club Agorà Riviera Adriatica Elva Cordivani, di Agorà Ascoli Maria Odilia Filippini con la presidente eletta Rita Albertini, e il socio del Club 41 Monte Vettore 41, il professor Alberto Felici.
Il Comandante Alfa ha parlato della nascita del GIS all’interno dell’Arma dei Carabinieri e degli uomini con il mefisto, della sua storia personale e delle missioni in Italia ed all’estero. Ha poi presentato il suo ultimo libro “Parola d’ordine: Proteggere. La mia vita in difesa degli altri’ che racconta la storia del Comandante Alfa nominato responsabile dell’addestramento dei militari provenienti dalla Marina, dall’Esercito e dall’Aeronautica che sono poi entrati a far parte delle scorte per tutelare la vita dei possibili bersagli delle mafie e dei terroristi di qualunque colore.
“Sono nato nello stesso paese di Matteo Messina Denaro, a Castelvetrano, a Trapani in Sicilia – ha affermato Antonio, poi diventato il Comandante Alfa – un ambiente in cui i mafiosi e i fuorilegge erano guardati con ammirazione e i figli avevano biciclette e vestiti che io potevo solo sognare. Mio padre era un muratore e la nostra era una famiglia semplice. Mio nonno, che tutti chiamavano Ciccio, aveva fatto la Guerra conoscendo il male, i sacrifici e la fame, ed è stato lui che mi ha trasmesso i valori della legalità”. Il Comandante Alfa si è poi trattenuto per le rituali foto ricordo e per firmare gli autografi con dedica sulle copertine del suo libro. Un pomeriggio davvero ricco di emozioni.