Un’incredibile scoperta sul tumore al polmone: alcuni farmaci immunoterapici riescono ad abbassare notevolmente il rischio di ricomparsa.
In base a quanto riportato dall’Associazione italiana registri tumori, il cancro al polmone rappresenta il 15% di tutte le diagnosi negli uomini e il 6% nelle donne. I dati raccolti permettono di affermare che, nel corso della vita, un uomo su 10 e una donna su 35 hanno la possibilità di svilupparlo.
Ovviamente ci sono alcuni fattori che aumentano il rischio della comparsa di un tumore al polmone, come il fumo di sigaretta. Ma anche l’esposizione ad agenti cancerogeni tra cui l’amianto, il radon e i metalli pesanti. Per fortuna, sono in arrivo farmaci immunoterapici che riescono ad abbassare notevolmente le probabilità di ricomparsa di tale cancro.
Tumore al polmone: la rivoluzione dell’immunoterapia
Per curare un tumore occorre prendere in considerazione lo stadio e le condizioni del paziente. Anche la situazione molecolare e il tipo istologico di cancro determinano un approccio terapeutico diverso. Di recente, il trattamento del tumore al polmone è stato rivoluzionato dall’immunoterapia. In particolare parliamo di Atezolizumab, anticorpo monoclonale anti-PD-L1.
Si tratta di un farmaco che è in grado di agire sul sistema immunitario permettendogli di riconoscere le cellule tumorali presenti nell’organismo e di aggredirle. L’immunoterapia viene messa in atto dopo la chirurgia, tanto che viene definita una terapia in adiuvante. Molti studi hanno infatti dimostrato che gli anticorpi che riconoscono le proteine PD- 1 e PD-L1 da soli o associati a cicli di chemioterapia sono capaci di bloccare lo sviluppo del tumore non a piccole cellule.
In questo caso, l’immunoterapia viene utilizzata con lo scopo di ridurre il rischio che il cancro si ripresenti, garantendo al paziente una migliore qualità di vita e una ridotta probabilità di morte. È sicuramente una sfida importante, considerando i dati che attualmente abbiamo a nostra disposizione: il 60% dei pazienti in stadio II, infatti, ha una ricaduta a 5 anni dall’intervento. Mentre per quelli in stadio III la percentuale si alza al 75%.
Una vera battaglia per i medici e i pazienti italiani che hanno deciso di aggrappandosi all’immunoterapia per il trattamento del tumore al polmone. Questa terapia adiuvante è funzionale nella fase iniziale del cancro: “La recidiva è un evento frequente anche per i pazienti in stadio precoce completamente resecati e un momento devastante nel percorso di cura” ha dichiarato Silvia Novello, professoressa ordinaria di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Torino, oltre che presidente della WALCE Onlus.
“Con l’obiettivo di rendere questi stadi di malattia realmente guaribili, la ricerca punta pertanto alla riduzione della percentuale di recidive, sempre nel rispetto della qualità di vita del paziente – ha spiegato l’esperta – L’immunoterapia si è rivelata un ottimo mezzo per raggiungere questo scopo” sono state le sue parole. E, infine: “Poter disporre ora dell’innovazione di atezolizumab come prima immunoterapia approvata in adiuvante contribuisce a ridurre significativamente il rischio di recidiva e ad ampliare le prospettive di cura per i pazienti”.