L’Assegno di inclusione non verrà distribuito a 400 mila famiglie. Ecco spiegato nei minimi dettagli cosa sta succedendo.
L’Assegno di inclusione è in arrivo a fine mese per circa 600 mila famiglie. Numeri elevati, che tuttavia poco hanno a che vedere con quelli del Reddito di cittadinanza, dove prima della stretta apportata dal governo Meloni i nuclei beneficiari erano più di 900 mila.
Il problema ad oggi, però, è un altro. Ovvero, molte famiglie hanno rinunciato a fare domanda per il sostegno, approcciandosi così al mercato del lavoro. Poiché è molto più alto il numero delle richieste respinte rispetto a quelle accolte a causa dei requisiti molto restrittivi. Tant’è che l’Assegno di inclusione questo mese non verrà pagato a 400 milioni di famiglie. Ma vediamo cosa sta succedendo.
L’obiettivo del governo, per quanto riguarda l’incentivo in questione, è di rivolgersi solamente ai cittadini che davvero hanno bisogno di essere sostenuti. In particolare, è stato puntato il dito contro coloro che sono nella condizione di poter lavorare. Questi, infatti, sono stati esclusi dal parametro di scala di equivalenza dell’Assegno di inclusione, rendendo così più complicato per alcune famiglie soddisfare i requisiti per accedere alla misura.
Molte famiglie non riceveranno l’Assegno di inclusione: ecco perché
Probabilmente neanche il governo si aspettava dei numeri così ridotti per l’Assegno di inclusione. Le famiglie destinatarie dell’incentivo, infatti, sono poco meno di 600 mila. Ricordiamo che, di questa platea, fanno parte solo i nuclei che al loro interno hanno almeno un minore, un disabile o un over 60; oppure persone in condizione di svantaggio inserite in un programma assistenziale dei servizi socio-sanitari territoriali.
Stando ai dati, per la maggior parte si tratta di famiglie composte da anziani soli o con figli invalidi a carico, o comunque di coppie in età avanzata. Il confronto con il Reddito di cittadinanza è impietoso: nel 2023, infatti, i nuclei che hanno beneficiato di almeno una mensilità di Rdc erano stati ben 1.367.846. Numero che si è dimezzato a fine anno, quando, per effetto della stretta voluta dalla presidente del Consiglio, solamente le famiglie con minori, disabili e over 60 hanno continuato a percepire il sostegno.
C’è, ad ogni modo, una buona notizia: a fronte di una riduzione della platea c’è stato un miglioramento dell’importo. In media, con l’Assegno di inclusione spettano 607 euro al mese, rispetto ai circa 560 euro del Reddito di cittadinanza. Inoltre, secondo gli ultimi dati Inps aggiornati a febbraio, su 1 milione di domande presentate, 400 mila risultano respinte, mentre 50 mila ancora sono in attesa dell’esito.
Quasi mezzo milione di famiglie, quindi, non riceve l’Assegno di inclusione, potendo al massimo indirizzarsi su un’altra misura: il Supporto per la formazione ed il lavoro. Le ragioni di un numero così alto di domande respinte sono diverse. Come anticipato, c’è stato un cambio dei requisiti che inevitabilmente ha ridotto la platea, per quanto alcune famiglie questo non l’abbiano capito e di conseguenza provano comunque ad inviare la richiesta.
Ma nel 2024 c’è anche da segnalare un’altra novità che ha ridotto ulteriormente il numero di beneficiari del sostegno: il fatto che, da quest’anno, i figli non conviventi con i genitori risultano a loro carico nei casi in cui non hanno un reddito superiore a 2.840,51 euro, non sono sposati e non hanno figli. Dunque, adesso, non ci resta che attendere ulteriori risvolti per saperne di più.